Air Italy, protesta dei lavoratori a Olbia. “La flotta sarda esiste già, siamo noi”

È arrivato il venerdì 13 per il trasporto aereo in Sardegna. Oltre allo sciopero nazionale che per tre giorni crea disagio ai sardi, oggi la giornata peggiore in cui saranno cancellati 24 voli, si aggiunge  quello di 24 ore del personale di volo di Air Italy e del personale di terra dell compagnia, con astensione dal lavoro dalle 10 alle 14. A Olbia i sindacati hanno anche organizzato una protesta davanti al Comune, un segno per rimarcare l’allarme sulla situazione di Air Italy, sottolineando la preoccupazione dei lavoratori per il disimpegno del maintenace della compagnia dall’Isola e il possibile affidamento di parte dell’attività di call center a un provider esterno.

“La compagnia sarda siamo noi”. Hanno gridato i lavoratori che hanno scelto di manifestare davanti alla sede del Municipio “per chiedere al sindaco Settimo Nizzi di fare tutto ciò che è nelle sue possibilità per sbloccare la situazione”, spiegano i rappresentanti territoriali di Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporto Aereo, promotori della protesta congiunta. “Abbiamo registrato un’ottima adesione, specie in considerazione del fatto che l’esercizio dello sciopero nel trasporto aereo è molto complicato”, commentano i sindacalisti. Che la partecipazione sarebbe stata massiccia era prevedibile anche alla luce della situazione che stanno vivendo i dipendenti olbiesi di Air Italy. “Dalla mancata realizzazione del piano industriale annunciato 2016 al mancato rinnovo del contratto collettivo nazionale, passando per i trasferimenti e il progressivo allontanamento della compagnia sarda da Olbia, le preoccupazioni non mancano”, confermano le sigle.

Non solo. “La continuità territoriale è a forte rischio, difficilmente dopo aprile si potrà scongiurare una proroga”, è il timore dei sindacati. Per loro “è impensabile che Air Italy accetti di garantire ancora la continuità alle condizioni attuali, cioè in perdita”. Quanto all’idea annunciata dalla Regione di costituire una flotta tutta sarda, il giudizio è netto. “C’è già, ed è l’ex Meridiana – dicono – occorre interloquire con la proprietà per farle capire che questo territorio è essenziale per la sopravvivenza stessa dell’azienda”.

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