L’Aias, l’azienda della famiglia Randazzo che assiste disabili e anziani, rischia di uscire dal concordato preventivo. La doccia freddissima per i 1.240 dipendenti dichiarati è contenuta nel decreto firmato dal Tribunale fallimentare di Cagliari che ha convocato i soci per discutere la revoca del provvedimento. L’udienza è fissata per il prossimo 21 aprile.
L’Aias, al momento, è messa malissimo, a leggere il dispositivo del Tribunale fallimentare che ipotizza di annullare il concordato preventivo per via di troppe criticità. Intanto all’Associazione, fondata nel 1967, viene contestata “l’omessa previsione di regolarizzazione della società, in funzione della cessione del patrimonio e dei conseguenti ingenti oneri fiscali”. In alto mare anche “la proposta di transazione fiscale all’Agenzia delle entrate”. Non sembra andare meglio con il patrimonio, oggetto di “una sopravvalutazione per un importo di 26.822,034 euro”, ciò che rendere “impossibile assicurare il soddisfacimento dei creditori”.
E se questo è il capitolo delle insolvenze, il collegio giudicante, per un altro verso, ha messo sulla bilancia i vantaggi della revoca del concordato. Infatti: dalla vendita degli immobili definiti dal tribunale “extra core business”, si potrebbero ricavare quasi 5 milioni di euro. Non solo: a rendere difficile il salvataggio in corso c’è anche il fatto che la contabilità aziendale non viene tenuta come dovrebbe, si legge ancora nel decreto di convocazione dell’udienza fissata ad aprile.
Nel rosario di riilievi mossi contro l’Aias ci sono anche “l’andamento reddituale negativo”, ovvero i ricavi a fronte dei costi, così come “le criticità legate alla vendita degli immobili e delle aziende”. Idem il “saggio degli interessi legali non aggiornato all’attuale tasso”, sebbene questo passaggio fosse previsto a partire dal “16 gennaio del 2021”, è scritto ancora nel decreto.
Tutti questi motivi hanno spinto la Sezione fallimentare del Tribunale ad avviare la procedura di revoca del concordato. Adesso l’Aias ha tempo sino al 14 aprile per “presentare memorie, documenti e relazioni tecniche. Se per i giudici il carteggio prodotto dovesse risultare insufficiente, l’Ais verrà dichiarata fallita.
Il decreto è stato inviato a tutti i creditori dell’Azienda che attualmente “assiste 3.500 persone circa, di cui 1.380 anziani”, si legge sul sito, “avvalendosi della professionalità di medici, terapisti della riabilitazione, educatori, assistenti sociali, infermieri, operatori socio sanitari, ausiliari socio sanitari, autisti e personale amministrativo, con una media di 1.615 prestazioni giornaliere”.
La Regione deve preparsi già da ora a gestire il piano B, anche perché non possono essere lasciati senza assistenza bambini e anziani né senza uno stipendio oltre mille famiglie che già da anni soffrono l’incertezza e non tutti i mesi vedono i soldi. La via d’uscita è complessa, ma aspettare aprile, che tuttavia è vicinissimo, sarebbe un gravissimo errore.