Agnello Igp re del ‘made in Sardegna’: oltre 200mila in vendita per le feste

“In occasione di queste festività in cui si riuniscono tante famiglie, invito tutti ad aiutare il settore agroalimentare regionale acquistando prodotti coltivati, allevati e pescati in Sardegna”. L’appello, alla vigilia delle festività natalizie e di fine anno, l’ha lanciato l’assessore regionale dell’Agricoltura, Pierluigi Caria. Non motivazioni protezionistiche ma di sviluppo e sostegno alle imprese sarde, anche in momenti di emergenza come quelli che hanno vissuto le aziende colpite dalle recenti calamità naturali. Consumare sardo è un imperativo che negli ultimi anni caratterizza molte delle campagne a tutela dei prodotti isolani, come gli agnelli, che in questi giorni – così come a Pasqua – invadono le tavole dei sardi, ma non solo.

Per Natale infatti gli italiani acquistano oltre un milione di agnelli da latte, nel mese di dicembre ne vengono macellati circa 1,5 milioni, una piccola percentuale dei quali arriva dall’estero. Il 66 per cento di questi è destinato al pranzo di Natale. Sono le cifre diffuse dal Contas, il Consorzio di tutela dell’agnello Igp (Indicazione geografica protetta) di Sardegna: del milione e mezzo di agnelli di dicembre, 305mila sono marchiati Igp di Sardegna e di questi 200mila sono destinati ai consumi natalizi. Hanno un peso medio di 6 chili, sono presenti nelle principali strutture della distribuzione organizzata della Penisola e soprattutto, oltre che in Sardegna (dove l’Igp rappresenta il 68 per cento della filiera) anche in Lombardia, Toscana, Liguria, Lazio, Campania. E il 10 per cento arriva anche in Spagna.

La novità sta nella pezzatura: solo il 10 per cento viene acquistato intero, il 90 per cento raggiunge il consumatore finale in vaschette nei tagli coscia, spalla o carrè. “Cambiano le abitudini ma non la tradizione di portare l’agnello a tavola per Natale, soprattutto in Sardegna, dove rimane il principe delle tavole di Natale – sottolinea il presidente del Contas, Battista Cualbu -. Ormai anche l’agnello segue le nuove tendenze dei consumatori che preferiscono acquistare piccole quantità e pronte per essere cucinate”. “I sardi preferiscono comunque le carni buone, sicure e certificate – spiega il direttore del Contas, Alessandro Mazzette – siamo la prima regione in Italia dove si consumano carni fresche Igp e Dop”. In Sardegna sono circa 4.800 gli allevatori che certificano con il marchio Igp i propri agnelli per un valore alla produzione di 26,2 milioni di euro e di 38,6 al consumo.

Se si approfondiscono i dati territoriali è Sassari la provincia più produttiva, con 235mila agnelli certificati nel 2017, 172mila nel Cagliaritano e 170mila in provincia di Nuoro, Oristano ultima con 128mila. Cifre che fotografano la ripartizione dei soci e delle aziende, concentrate nella maggior parte nel nord della Sardegna, che detiene anche il record per la media dei capi macellati in ogni azienda (182). Il prezzo dell’agnello pagato al pastore, secondo le rilevazioni Ismea nel periodo di maggiore richiesta e offerta del 2017, è arrivato a toccare i 4,06 euro al chilogrammo nel 2017 per poi scendere nel periodo immediatamente successivo a poco meno di 3 euro al chilo.

“Su questo stiamo lavorando molto, puntando a destagionalizzare la presenza dell’agnello e allargare il perimetro del mercato anche perché oggi l’Italia è fanalino di coda in Europa nei consumi di carne ovina con soli 2,5 grammi a persona”, spiega Battista Cualbu. Intanto si studiano i nuovi mercati, si promuove l’agnello Igp nelle fiere internazionali perché cresce la richiesta dai Paesi extra Ue. Lo scorso anno, secondo i dati del Consorzio, l’export del mercato ovicaprino in Europa ha registrato un incremento del 25 per cento grazie a un aumento delle esportazioni verso Emirati Arabi (dove l’anno scorso l’Italia ha inviato per la prima volta importanti volumi), Israele e Libia, anche se a livello mondiale il principale importatore resta la Cina (+18%).

A preoccupare i produttori e i trasformatori è però, sempre, lo spettro contraffazione, che coinvolge – così come per i maialetti – anche gli agnelli. È di pochi giorni fa la denuncia proprio del Contas sulle false etichette Agnello Igp dove sono riportate provenienze diverse. Il Consorzio chiede la collaborazione dei consumatori nel segnalare eventuali anomalie.

Marzia Piga

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