Le giornate della fotografia in Barbagia: a Gavoi sei giorni di workshop, mostre e dibattiti

I sentieri della transumanza, la visita agli ovili, l’incontro coi pastori. La ritualità di un lavoro antichissimo che continua a mantenere intatte le sue caratteristiche fondamentali. L’idea di Marco Delogu – fotografo e direttore dell’Istituto italiano di cultura a Londra, nato a Roma ma sardo d’origine – è quello di portare giovani artisti e artiste a dialogare con quel mondo e a produrre fotografie in grado di raccontare paesaggio, atmosfere, uomini e animali. “Tre giorni pieni di fotografie, senza tempo e senza fretta”, spiega. Si tratta di uno dei tre workshop in programma a partire da domani nell’ambito di The Photo Solstice a Gavoi: le giornate della fotografia in Barbagia, scandite da laboratori, dialoghi e incontri pubblici. Il progetto, realizzato dalla Fondazione di Sardegna nell’ambito di Ar/S, Arte condivisa in Sardegna, a cura di Delogu e organizzato in collaborazione con il Comune barbaricino, è nato nel 2018 – allora si svolgeva all’Asinara – è giunto ormai alla quarta edizione ed è in programma dal 14 al 19 giugno. 

Una delle idee cardine di The Photo Solstice è quella di costruire una grande collezione fotografica basata sul rapporto tra gli autori e paesaggio e popolazione dell’Isola. Il 28 maggio è stata inaugurata in paese – nei locali della Caserma Betza – la mostra Gavoi espone Tps#3, ovvero esposizione dei lavori realizzati in occasione dell’edizione passata dell’evento. Durante le giornate di studio nel 2021, i gruppi di fotografi in formazione nel territorio hanno osservato e fotografato aree distinte della Barbagia guidati dai rispettivi tutor. Un gruppo per esempio ha lavorato su Ottana, cercando di raccontare lo sradicamento della cultura rurale a favore di una illusoria speranza industriale, con un presente composto da un paesaggio perlopiù desertificato. L’ambiente e i paesaggi sono stati solo una parte del focus per i gruppi di lavoro: alcuni fotografi hanno interagito con la gente di Gavoi, lavorato sui ritratti, stabilito un feeling, un approccio di conoscenza che è andato oltre alle foto da scattare. La mostra mette insieme i lavori derivanti dalla partecipazione di quindici giovani fotografi, selezionati grazie ad un bando internazionale e seguiti da fotografi del calibro di Tim Davis, Delogu e Pino Musi, per dialogare sui temi portanti della fotografia. Lo sguardo dei giovani fotografi e dei tutor si è posato con discrezione sulla Barbagia e ha provato a coglierne l’anima e l’essenza secondo un approccio sul campo mai banale e scontato. La mostra è aperta al pubblico fino a 2 luglio.

Cuore dell’edizione di quest’anno saranno i tre workshop tenuti rispettivamente da Delogu, George Georgiou e Vanessa Winship, Jem Southam. I partecipanti selezionati verranno suddivisi nei tre distinti gruppi e lavoreranno a un progetto collettivo contribuendo con le proprie individualità. Del laboratorio di Delogu si è detto. Georgiou e Winship curano “The path as a destination” (“l’obiettivo è quello di liberarti dalla pressione di dover “fare delle belle foto” per cercare più liberamente il tuo rapporto con il tuo progetto”) mentre Southam, maestro della fotografia di paesaggio, porterà i partecipanti a riflettere sul potenziale e sulle limitazioni del mezzo fotografico nell’esplorare tematiche relative alla storia dei luoghi e al loro passato. I partecipanti selezionati – tra oltre 200 richieste – sono: Paolo Angelini, Matteo Cicinelli, Chiara Coppola, Abril Coudougnan, Giuseppe Cossu, Cédric Dasesson, Stefano De Grandis, Ariya Karatas, Alex Kemman, Phoebe Lickwar, Luigi Orru, Diana Punova, Paul Railton, Gabriele Rossi, Alessandro Santi, Ambra Iride Sechi, Michael Trutta.

Per quanto riguarda i talk, nella giornata di venerdì 17 a Sa Caserma Betza si terranno gli incontri pubblici con le conversazioni di Luca Spano con Emanuela Manca e Maurizio Bosa, alle 18, dal titolo “Eyes touching hands” di Marco Delogu su Plinio De Martiis alle 19:00 (si intitola “Oltre la fotografia”) e di Jem Southam alle 20:00 (“Landscape stories”). Mentre sabato 18 giugno alle 18 si terrà il talk pubblico di Silvio Pons, “Gramsci e l’iconografia”, alle 19:00 quello di Vanessa Winship con la presentazione di “She dances on Jackson” e alle 20:00 quello con Simon Baker dal titolo “On curating photography – Dalla Tate Modern di Londra alla Maison Européenne de la photographie di Parigi”. “The Photo Solstice è diventato uno degli appuntamenti motivo di grande soddisfazione per la Fondazione di Sardegna – ha dichiarato Franco Carta, responsabile del progetto Ar/S -. Questo programma si inserisce nel più ampio progetto Arte condivisa in Sardegna, con il quale la Fondazione promuove eventi culturali, produzioni originali e pubblicazioni anche in collaborazione con le istituzioni culturali della nostra regione”. Mentre Delogu ha aggiunto: “La quarta edizione di The Photo Solstice conferma la concentrazione sul ‘lavoro sul campo’ . Abbiamo mantenuto l’idea forte, anno dopo anno, attraverso le varie ‘Commissioni Sardegna’ e il lavoro di molti partecipanti ai workshop di costruire una grande collezione basata sul rapporto tra autori molto identitari e il paesaggio e la popolazione della Sardegna. La mostra ‘Gavoi espone Tps#3’ ne è una testimonianza concreta e tangibile. Siamo curiosi di vedere dove ci porteranno i dialoghi e gli scambi di questa edizione 2022”.

Contenuto in collaborazione con la Fondazione di Sardegna

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