Collezioni di foto per raccontare l’Isola. Delogu: “Sguardo fuori dalle cartoline”

di Andrea Tramonte

Il paesaggio notturno dell’Asinara al chiaro di luna raccontato dallo sguardo di Marco Delogu. Le migrazioni dei profughi contemporanei nella Cagliari indagata da Guy Tillim. Gli itinerari dell’architettura industriale nel Sulcis nelle opere di Pino Musi. E poi il viaggio nell’Isola di Paolo Ventura, che ha raccolto una serie di paesaggi incrociati nel corso della sua residenza artistica e li ha poi lavorati, dipingendoci sopra. Dal 2017 una serie di fotografi di rilevanza internazionale arrivano nell’Isola per raccontarne luoghi, scorci, volti e storie cercando di mettere in relazione la propria arte con le identità della Sardegna, fuori da ogni idea di banalità, di già visto. “È un’idea forte – racconta Marco Delogu, fotografo, curatore ed ex direttore dell’Istituto italiano di cultura a Londra -. Io sono nato a Roma da una famiglia super sarda e mi dà fastidio il colonialismo culturale che traspare quando si viene qui a fotografare il folklore, il pittoresco, le spiagge belle. In Sardegna c’è molto da raccontare, fuori dalle cartoline”.

Il progetto è nato quattro anni fa – promosso dalla Fondazione di Sardegna nell’ambito di Ar/S, Arte condivisa in Sardegna – e si chiama The Photo Solstice: residenze d’artista di fotografi di livello nazionale e internazionale e poi quattro giornate di talk, laboratori e mostre che riflettono sul tema della fotografia in Sardegna grazie a un parterre di ospiti di primissimo piano. Dopo le prime edizioni all’Asinara ora l’evento arriva in Barbagia dal 17 al 21 settembre, in primis a Gavoi ma con incursioni anche al Museo Nivola di Orani e al Museo del Costume in collaborazione col Man di Nuoro. Alla Casa della cultura di Gavoi ci sarà l’esposizione di Commissioni Sardegna, la serie di reportage fotografici affidati ogni anno ad artisti diversi con le opere di Delogu, Tillim, Musi e Ventura.

Tim Davis

Le collezioni si arricchiranno coi lavori di Olivo Barbieri, Tim Davis e Graciela Iturbide. “Lei è una fotografa messicana che torna nell’Isola dopo due tappe nel 2007 e nel 2010 per portare a termine un lavoro che non considera concluso – racconta Delogu -. Tim è appena uscito con un libro su Los Angeles e ha idea di uscire e vedere quello che succede, un’idea viene appresso all’altra. Barbieri invece aveva già lavorato sui Dolmen in Gran Bretagna e vorrebbe riprendere quel lavoro a 30 anni di distanza per fare una comparazione con l’Isola”. L’obiettivo è quello di costruire un grande racconto che metta in relazione l’identità forte degli autori con i diversi contesti della Sardegna attraverso uno sguardo contemporaneo, inedito. “Ci interessa la contaminazione dei linguaggi – spiega Delogu -, artisti che si mettano in discussione. Ci sono fotografi che fanno la stessa foto da 40 anni, o che cercano il sensazionale per forza. In entrambi i casi, una noia mortale. Noi cerchiamo di proporre qualcosa di diverso”. E in futuro – una volta che il corpus fotografico si sarà arricchito con altre residenze d’artista – portare le mostre fuori dall’Isola, spingerle a livello internazionale.

Uno degli aspetti cruciali di The Photo Solstice è il lato laboratoriale. Ogni anno vengono selezionati degli studenti – almeno la metà sardi – che lavorano a stretto contatto coi tutor scelti per l’occasione, ovvero i fotografi ospiti dell’evento. Una occasione di crescita, studio e confronto. Tim Davis guiderà il suo groppo in un’indagine del territorio di Gavoi. Il focus di Delogu sarà sul ritratto, concentrandosi sulla popolazione della Barbagia. Musi invece porterà gli studenti a effettuare una ricerca sul territorio di Ottana, in bilico tra illusione industriale e desertificazione. E poi ci saranno i talk: sabato al Nivola conversazione tra Delogu, Davis ed Elisa Medde, editor in chief di Foam Magazine, introdotti da Antonella Camarda, direttrice del Museo. Seguirà il live set di Sarram e il dj set di Music is my boyfriend. Domenica invece a Nuoro l’incontro con Barbieri, introdotto dal direttore del Museo Man Luigi Fassi e moderato da Delogu in dialogo con la curatrice Sonia Borsato.

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