Un legame astrale tra i nuraghi e i cicli solari che guidano le stagioni. Questa teoria è stata al centro dell’undicesimo convegno di archeoastronomia intitolato ‘La misura del tempo‘. L’evento si è tenuto a Sassari, nella sede della Fondazione di Sardegna.
L’iniziativa è stata organizzata dalla Società astronomica Turritana (Sat) e dal Circolo Aristeo. Secondo quando spiegato da Michele Forteleoni e da Simonetta Castia, in rappresentanza delle rispettive associazioni, “gli antichi usavano il sole e gli astri per orientarsi nello spazio e nel tempo”. Per le due studiose, “anche in Sardegna sono presenti importanti testimonianze di questo tipo”. Forteleoni e la Castia citano “il tempietto di Malchittu, in Gallura, particolarmente interessante perché costruito in una zona impervia, insolitamente elevata e isolata. Questo edificio sacro è costruito lungo l’asse nord, ovest/sud, est e con ingresso orientato esattamente all’alba del solstizio d’inverno”.
Invece: “È allineato verso il sorgere della stella Sirio il tempio di Sa Carcaredda, in Ogliastra. Altrettanto importante è il legame astronomico che parrebbe unire alcuni templi nuragici edificati presso i complessi archeologici di Serra Orrios (Dorgali), Romanzesu (Bitti), S’arcu ‘e is forros (Villagrande Strisaili).
Anche Oes a Torralba porta la traccia di questa teoria: “Secondo i rilevamenti effettuati, tra il tempietto 2 e le vicine aree dell’omonimo nuraghe de quello di Paule s’ittiri gli orientamenti reciproci corrispondono rispettivamente ai solstizi d’inverno e d’estate”.