Addio a Bernardini, maestro controcorrente. Cacciato da Lula nel ’51

È morto ieri a Bagni di Tivoli (Roma), dove viveva, il maestro Albino Bernardini, autore del libro “Le Bacchette di Lula”, tradotto in 26 lingue, e diventato uno dei capisaldi della pedagogia italiana. Maestro Albino aveva 98 anni, era infatti nato a Siniscola nel 1917 e aveva dedicato tutta la sua lunga vita allo studio della pedagogia. Ne “Le bacchette di Lula” c’è la sua esperienza di maestro elementare nella Lula povera e ignorante del dopoguerra. Il suo insegnamento è stato quello di rompere metaforicamente le bacchette, spiegando agli alunni e ai colleghi che non servono per educare. Dalla Sardegna sbarcherà poi nella penisola, a Bagni di Tivoli, dove si sposa e ha tre figli. Amava la sua Sardegna il maestro Albino e fino allo scorso anno trascorreva tutte le estati nella sua casa di La Caletta. Ormai limitato nei movimenti, il maestro aveva ancora un’intelligenza viva che gli consentiva di leggere e documentarsi e di scrivere il suo ultimo libro a 90 anni suonati “Tre ragazzi e un cane” (Kimerik).

Il personaggio. Bernardini è stato un precursore negli anni 50 della scuola moderna. L’ esperienza scolastica e quella umana per lui sono sempre stati un tutt’uno, grazie a quegli inizi a Lula dove capisce che le maestre autoritarie altro non fanno che allontanare i bambini dalla scuola. Lui invece si prende cura di loro, coinvolge i genitori, ma soprattutto capisce con grande anticipo rispetto ai tempi, che la scuola non deve essere solo “insegnamento frontale”. Per il maestro era l’epoca della consapevolezza dei valori fondamentali della professione.

Nella sua vita non era ancora arrivata l’esperienza della borgata romana (dove ha firmato un altro classico dell’insegnamento in periferia “Un anno a Pietralata”), in cui la consapevolezza si traduce in tecnica didattica. Bernardini a Lula nel 1951, non ha concluso l’anno scolastico: per le maestre dalla bacchetta severa è imperdonabile la sua militanza nel Pci e il suo essere troppo poco autoritario. Non è stata la sola cacciata che il maestro dovette subire, ce ne furono delle altre. Maestro Albino però non ha mai smesso di studiare e ha cercato di affermare sempre più, quella rivoluzione culturale che pone al centro dell’azione didattica il bambino. La sua è quasi un’azione maieutica, che si manifesta cogliendo nell’intimo dei bambini le diverse intelligenze e portandole alla luce. Discepolo del francese Freinet e dello svizzero Jean Piaget, Bernardini è stato l’inventore delle «favole senza finale». Nel corso della sua professione rimane affascinato dal «collettivismo sociale» del russo Makarenko e lo mette in pratica. Quando entra a far parte del Movimento di cooperazione educativa (Mec), conosce e instaura un sodalizio con Gianni Rodari. Collabora con l’Unità, Paese Sera, l’Unione Sarda e La Nuova Sardegna. Il suo “Un anno a Pietralata£ diventa un film di Vittorio De Seta, dal titolo “Diario di un maestro”. Nel 2005 ha ricevuto la Laurea honoris causa presso la Facoltà di Scienze della Formazione Primaria di Cagliari. L’amministrazione comunale di Lula nel dicembre del 2007, lo ha insignito della cittadinanza onoraria e gli atti di quella giornata sono stati trasformati nel libro “I 90 anni di un maestro”, presentato dal sindaco Gavino Porcu. Quasi un riscatto per l’insegnante cacciato dalla scuola di Lula nel lontano 1951.

Maria Giovanna Fossati

 

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