‘101 perché sulla Sardegna”, esce per Newton Compton il nuovo libro di Maccioni

Cosa c’entra il bandito Cordeddu con la preistoria della Sardegna? Che legame c’è tra la cittadina di Porto Torres e la civiltà mesopotamica? Che origine ha il detto ‘Pocos, locos y mal unidos’? Cosa ci fanno i bronzetti sardi in Toscana? È vero che i Fenici sacrificavano i bambini? E perché Dante Alighieri parla delle donne barbaricine dentro la Divina Commedia? Questi e altri quesiti hanno una risposta in “101 perché sulla storia della Sardegna che non puoi non sapere”, volume appena pubblicato da Newton Compton firmato da Antonio Maccioni. In questi giorni l’autore sta girando l’Isola per presentare il suo libro; giovedì alle 18.30 sarà a Cagliari, nella sala caffè dell’Hostel Marina (scalette San Sepolcro), per un appuntamento organizzato dalla libreria MieleAmaro. Dialogherà con l’autore Dafni Ruscetta.

Nato a Scano Montiferro in provincia di Oristano 36 anni fa, Maccioni è laureato in filosofia e dottore di ricerca in letterature comparate. Negli ultimi anni si è interessato di filosofia della religione, estetica, storia della filosofia russa e contemporanea. Con questo nuovo lavoro, pubblicato per la stessa casa editrice che ha dato alle stampe anche altri suoi libri (“I tesori nascosti della Sardegna”, “Alla scoperta dei segreti perduti della Sardegna” e “Il giro della Sardegna in 501 luoghi” insieme a Gianmichele Lisai) l’autore svela alcuni dei quesiti della storia sarda a partire dalla preistoria e sino alle vicende più recenti. Nei 101 perché, suddivisi per periodi storici (dal paleolitico alla civiltà nuragica; fenici, cartaginesi e romani; età medievale; età moderna e contemporanea) c’è storia, costume, leggende più o meno reali, usi e tradizioni raccontati con un linguaggio divulgativo e semplice.

I quesiti sono svelati con riferimento a fonti, studi e teorie ben documentati con una bibliografia aggiornata. Tra le notizie più recenti c’è quella del protodinosauro ritrovato a Cala del Vino, vicino ad Alghero, scoperta racconta lo scorso agosto dalla rivista National Geographic (e ripresa da Sardinia Post). O la nota di Leonardo da Vinci sulla Sardegna: secondo il recente studio dello storico cagliaritano Aldo Pillittu, Leonardo avrebbe menzionato l’Isola alla ricerca di un volume in greco sulle opere di Archimede, volume che nella metà del XV secolo era custodito a Cagliari.

Tra le curiosità c’è anche la storia di ‘San Telano’, presunto martire cristiano le cui spoglie vennero scoperte nel Seicento a Cagliari: secondo la ricerca di Mauro Dadea pubblicata nel 2016 nell’Archivio storico sardo si tratterebbe, invece, di un militare romano sepolto con le modalità riservate a un ‘lemure’, creatura spaventosa che la comunità temeva, simile alla figura del vampiro.

Non mancano, nel libro di Maccioni, le vicende della storia più recente: la presenza dei Savoia a Cagliari, i moti antipiemontesi, la rivolta di Sanluri del 1881 e quella, sanguinosa, di Bugerru del 1904. Interessanti, infine, le curiosità utili soprattutto a chi sardo non è:  l’origine della bandiera dei quattro mori, o le ragioni a sostegno dell’indipendenza della Sardegna. E il chiarimento definitivo sul perché il sardo non sia un dialetto ma una lingua.

(Un nuraghe, foto di Mara Toso)

Francesca Mulas

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