Passano leggeri di premio in premio lasciando il segno del gusto. Della qualità. Dell’unicità. Un marchio Sardegna sempre più riconoscibile, anche oltre frontiera. Loro sono chef, pasticceri e panettieri. Ma anche vinai, capitani del cerealicolo e olivicoltori. Il salato e il dolce dell’eccellenza, innaffiato di uve. Adesso che il 2022 sta finendo, non c’è migliore occasione per celebrare questa sardità, in sequenza cronologica.
È febbraio quando Riso Passiu, azienda oristanese, entra nella top cento eccellenze italiane. A stilare la lista, è niente meno che il magazine americano Forbes. Due mesi più tardi, quando viene diffusa la Bibbia completa dell’enogastronomia mondiale, si ritrovano in partita anche il ristorante cagliaritano Grotta Marcello e la Livegreen, produttrice isolana di spirulina biologica. Tre i vini isolani: La Contralta, Sella&Mosca e Tenute Dettori. Nella top 100 pure l’Accademia Olearia di Alghero che in questo 2022 ha incassato un altro doppio riconoscimento attraverso la guida Bibenda, pubblicazione della Fondazione italiana sommelier: ecco le “Cinque gocce”, il massimo della valutazione, sia per l’Evo Gran riserva Giuseppe Fois che per l’Extravergine biologico.
Corre aprile quando al Veronafiere, la Mecca del Vinitaly, due Vernacce entrano nella classifica 5StarWines con 97 punti su 100, ciò che le qualifica come eccellenze nazionali: il riconoscimento è ottenuto dalla Oristano Dc riserva “Judikes” 2008, tra le bottiglie convenzionali, e dalla “Antico Gregori” 1979 della cantina Attilio Contini nella categoria Wine without walls, dedicata ai vini sostenibili.
L’arrivo dell’estate porta in dote il premio nazionale “Monna oliva”: nella sezione “al naturale” vincono le verdi da tavola di Gonnosfanadiga. Dietro c’è la mano dell’azienda agricola fondata da Pier Luigi Deias. Sempre a giugno, il Gambero Rosso, editore cult di cibo&cucina, diffonde la guida 2023 su “Pani&Panettieri d’Italia”: Stefano Pibi, l’ex manager che ha mollato tutto per entrare nel mondo della farina e dei lieviti, è l’unico sardo a conquistare il massimo riconoscimento dei “Tre pani” con i prodotti Pbread del suo locale a Cagliari.
A settembre, sempre il Gambero Rosso sposta i fari sulle Pizzerie d’Italia. L’Isola c’è, una volta di più, addirittura con quattro nomi. Due su Cagliari, che sono Framento e Maiori. Poi ecco Bosco a Tempio Pausania e Re|Mi a Sassari. Nello stesso mese, lo chef Carlo Cracco fa un giro di gusto tra i panettoni made in Italy, rigorosamente artigianali. Alla fine sentenzia che quello più buono è di Olbia. Dietro c’è la mano di Emanuele Dessena, patron di “Latte e miele”, pasticceria e caffetteria. Al Campionato mondiale di quest’anno, invece, la medaglia d’argento viene conquistata da “Sardamisù”, panettone con caffè e zabaione dei panettieri di Terralba, i fratelli Porcedda. Sono quattro: Michele, Sara, Silvia e Virna.
L’ottobre dei record comincia con i “Tre bicchieri” di Gambero Rosso: tra i vini d’Italia a cui è stato assegnato il massimo punteggio, ben sedici sono sardi. Ecco la lista: Alghero Torbato Catore 2020, di Tenute Sella&Mosca; Cannonau di Sardegna Barrosu Franzisca Ris 2019, Giovanni Montisci; Cannonau di Sardegna Classico Dule 2019, Giuseppe Gabbas; Cannonau di Sardegna L’Ora Grande 2020, La Contralta; Cannonau di Sardegna Mamuthone 2020, Giuseppe Sedilesu; Cannonau di Sardegna Riserva 2019, Antonella Corda; Carignano del Sulcis Superiore Terre Brune 2018, Cantina Santadi; Mandrolisai Fradiles 2020, Fradiles; Sobi 2020, Bentu Luna; Stellato Vermentino 2021, Pala; Su’ Nico Bovale 2020, Su’Entu; Turriga 2018, Argiolas; Vermentino di Gallura Petrizza 2021, Masone Mannu; Vermentino di Gallura Superiore Kramori 2021, Saraja; Vermentino di Gallura Superiore Sciala 2021, Surrau; Vermentino di Sardegna Camminera 2020, Audarya.
La volata verso la fine del 2022 è un susseguirsi di riconoscimenti che suggellano l’Isola come Mecca dell’eccellenza culinaria. Nella guida online 50 Top Italy, quattro i sardi. Due sono stati inseriti nella categoria “Cucina d’autore”: Fradis Minoris a Pula, dello chef Francesco Stara, e Somu a Baja Sardinia, locale guidato da Salvatore Camedda. Nella sezione “Trattorie/Bistrot moderni”, celebrati invece Josto a Cagliari, di Pierluigi Fais, e Hub a Macomer, dove il patron in cucina è Leonardo Marongiu.
La classifica delle migliori osterie d’Italia porta la firma di Slow Food, presidio internazionale dell’enogastronomia. Il tributo è una “Chiocciola” che va di nuovo a Locanda dei buoni e dei cattivi a Cagliari; a Su recreu di Ittiri (Sassari); a Il Rifugio di Nuoro; a Letizia di Nuxis (Sud Sardegna); a La Rosa dei venti a Sennariolo (Oristano). “Bottiglie” di Slow Food per Il mosto di Aggius, Ispinigoli di Dorgali, Abbamele di Mamoiada e Il portico di Nuoro. Infine premio speciale, nella Sezione “Bere Bene”, per il ristorante Ada di San Sperate (Cagliari).
La guida 2023 del Gambero Rosso conferma nove sardi tra i migliori ristoranti d’Italia e aggiunge cinque nuovi ingressi. Apre la lista la sequenza dei locali a Cagliari: Dal Corsaro, Luigi Pomata, I sarti del gusto e Is femminas (che ha pure ricevuto il premio speciale “Qualità/prezzo”). Mantengono la posizione anche Da Nicolo a Carloforte, Hub di Macomer, Il fuoco sacro a San Pantaleo, Musciora ad Alghero e Somu a Baja Sardinia. Ecco invece i sette nuovi ingressi: Il Mattacchione di Olbia; Mema a Pula; Fradis Minoris a Pula; Trigu a Sassari; Chiaroscuro e Josto a Cagliari; Sa cardiga e su schironi a La Maddalena spiaggia (Capoterra). Ma il Gambero Rosso, in totale, ha censito 61 ristoranti sardi, i cui nomi si possono leggere in questo articolo (clicca qui).
Il Gambero Rosso non trascura alcun segmento di mercato e tra le bottiglie che meritano di essere stappate spendendo meno di 15 euro, figurano il Mandrolisai 2020 di Fradiles e il Vermentino di Gallura Petrizza 2021, di Masone Mannu. Spazio anche allo street food, il cibo di strada, col panificio Porta di via Mameli a Cagliari incoronato campione regionale.
Lasciamo volutamente per ultime le Stelle Michelin, il gonfalone dell’Alta cucina. C’è Sardegna anche in Francia a marzo 2022, quando il Paese transalpino si inchina ai suoi chef. Tra le dodici novità c’è Oliver Piras, cagliaritano classe 1986: è lui che guida Il Carpaccio di Parigi. L’altro sardo premiato è Giovanni Pireddu, 36enne di Villaurbana con base a Bordeaux: Michelin gli ha dato il suo tributo anche nel 2020, sempre per i piatti del suo ristorante “Tentazioni”.
In casa nostra, la Guida 2023 ha di nuovo assegnato la Stella a Stefano Deidda, patron del ristorante Dal Corsaro di Cagliari, incoronato per il settimo anno consecutivo e l’unico tra i sardi che lavora tutto l’anno (gli altri sono stagionali). Riconoscimento ri-assegnato pure a Italo Bassi, chef di Confusion, sulla Promenade di Porto Cervo. Per lui è il quinto anno di fila. Seconda Stella, dopo quella dello scorso anno, per tre ristoranti: Somu di Arzachena- Baja Sardinia, con lo chef Salvatore Camedda; Gusto By Sadler di San Teodoro, guidato da Claudio Sadler; Fradis Minoris, Laguna di Nora, a Pula, con Francesco Stara. La new entry di Michelin è Fuoco Sacro, ristorante di Luigi Bergeretto a San Pantaleo.
Infine i Bib Gourmand 2023, ovvero i locali che propongono menù nella fascia di prezzo intorno ai 35 euro. Anche qui la Sardegna si è distinta con sei riconoscimenti: la new entry è la Trattoria Margherita di Arborea. Confermati Hub di Macomer; Su Gologone di Oliena; Coxinendi di Sanluri; Josto e Cucina.eat di Cagliari.
Questo articolo, a firma di Silvia De Vita, è pubblicato anche sull’ultimo numero del Sardinia Post magazine, la rivista della nostra testata in vendita in tutte le edicole di Cagliari e in distribuzione, come copia omaggio, su tutte lde navi del Gruppo Moby e Tirrenia.