Alla fine lo ha ammesso: “Si, ho sbagliato. Ne risponderò quando mi sarà formalizzata una denuncia”. Andrea Poletti, giovane writer cagliaritano che domenica scorsa fa ha ‘firmato’ con un pennarello le nuove panchine del Poetto scatenando una bufera di indignazione su web, esce allo scoperto dopo 24 ore di critiche, polemiche, accuse. E minacce, pure: “Qualcuno ha divulgato il mio numero di cellulare, per ore ho ricevuto insulti e messaggi minacciosi”.
Oggi Poletti in arte Pole, 23 anni, organizzatore di appuntamenti di arte e spettacolo con la società 4E-Quattroeventi, si sfoga: “D’accordo, ho sbagliato e appena mi sono reso conto dell’errore, mercoledì, ho rimediato cancellando le scritte – ci ha raccontato in un’intervista – sono stato però vittima di un attacco inquietante su web e i miei dati personali sono stati divulgati prima ancora che io ammettessi la mia colpevolezza; gli insulti sono continuati ad arrivare anche oggi che le scritte non ci sono più e alcuni non si sono nemmeno accorti che le avevo cancellate ieri”. Tra i messaggi privati ho trovato anche questo: ‘rimpiangerai di essere nato, appena ti becchiamo sei fritto, guardati intorno'”.
Incredibile, secondo il giovane, che la “gogna mediatica” sia partita dalla pagina Facebook del sindaco di Cagliari Massimo Zedda che ieri lo aveva definito ‘incivile e nemico del Poetto’: “Vorrei sperare che la sua campagna elettorale non si basi sulla caccia all’uomo e sulla gogna pubblica del web – ha detto Poletti – ma che abbia altro a cui dedicarsi, per esempio l’ampliamento della discarica di Macchiareddu o l’emergenza abitativa a Cagliari”.
Il sindaco ha auspicato una denuncia da parte dell’impresa che sta curando i lavori di riqualificazione sul lungomare, ma Andrea Poletti lancia una controproposta: “Con alcuni miei amici e l’organizzazione di eventi con cui collaboro abbiamo pensato di organizzare una serata in difesa del mondo underground sardo, all’insegna della street art, con musica e pannelli appositi su cui dipingere (pannelli che si potranno spostare, così da non creare problemi alla cittadinanza). Il ricavato verrà utilizzato per la multa che eventualmente dovró pagare e per finanziare la mia organizzazione”.
Francesca Mulas