“Abbiamo letto con preoccupazione le parole dell’arcivescovo di Sassari Monsignor Paolo Atzei sulla carità ai migranti e sulla priorità dell’aiuto agli italiani. Le persone, in qualunque modo siano definite e ovunque si trovino, hanno diritti umani e non si possono stabilire classifiche tra italiani e migranti quando si parla di diritti fondamentali come il diritto alla vita, al lavoro, alla sicurezza, alla pace. L’accoglienza e l’assistenza devono essere garantite a chiunque ne abbia bisogno, a prescindere dal colore della pelle, dalla religione, dalla provenienza, dall’orientamento sessuale, dal possesso della cittadinanza. Aiutare le persone bisognose sul nostro territorio non può essere usato come pretesto per porre in secondo piano i diritti di altri esseri umani in fuga dalla povertà e dalla guerra”. I rappresentanti della Circoscrizione Sardegna di Amnesty International, a sei giorni dalla controversa intervista sul tema dei migranti al vescovo di Sassari pubblicata sul sito di estrema destra ‘Riscatto Nazionale’ lo scorso 6 giugno, invitano Atzei alla riflessione. Toni pacati per gli esponenti di Amnesty, che ricordano che dietro la questione migranti ci sono vicende umane drammatiche, donne e bambini in fuga dalle guerre.
Monsignor Paolo Mario Virgilio Atzei, a capo della Diocesi di Sassari dal 2004, era intervenuto sul tema dell’accoglienza con un’intervista in cui affermava che “Nel fare carità ci vuole equilibrio e la tentazione magari ideologica o demagogica di privilegiare i migranti rispetto agli italiani esiste e qualche volta diventa una sorta di moda. Senza dimenticare i patimenti dei forestieri è giusto prima di tutto occuparsi dei poveri che abbiamo in casa che soffrono fame, miseria e disagi”. Parole ancora più gravi considerato che il blog che le ha raccolte è in linea con Casa Pound e Forza Nuova. L’intervista, inoltre, ha suscitato parecchie polemiche dato che è stata pubblicata il giorno prima che arrivasse a Porto Torres la nave che ha portato in salvo 417 migranti.
“Le tragedie al largo di Lampedusa e i muri alle frontiere di Austria e Ungheria dimostrano che l’Europa si è ripiegata su sé stessa – prosegue la nota di Amnesty International – disprezzando e calpestando i diritti fondamentali della persona umana. Il diritto alla sicurezza non può in alcun modo giustificare il respingimento dei richiedenti asilo verso paesi terzi come la Turchia e la Libia che non garantiscono il rispetto dei diritti umani. Al contrario, i paesi dell’Unione europea dovrebbero impegnarsi nella creazione di percorsi legali e sicuri per i richiedenti asilo e far sì che donne e bambini in fuga da conflitti e violenze non si trovino più bloccati alle frontiere in condizioni disperate, come è successo a Idomeni, in Grecia. Parlare di ‘invasione’ e rischio per l’identità cristiana non fa che alimentare contrapposizioni pericolose in un clima già teso che vede i migranti descritti dai mezzi di comunicazione e dai politici come criminali, pesi economici o minacce per la sicurezza quando sono spesso, in realtà, risorse fondamentali per l’economia dei paesi che li ospita o fuggono da quello stesso fondamentalismo islamico che minaccia il diritto alla vita e alla libertà anche nei paesi ospitanti. Per questo invitiamo l’arcivescovo a incontrare Amnesty International per confrontarci su questi temi”.
(Foto di Roberto Pili)