Valentina Pitzalis in udienza a Cagliari: battaglia tra i periti su morte ex marito

Nemmeno il terzo appuntamento, con sei ore di faccia a faccia tra esperti, è bastato a chiudere l’incidente probatorio voluto dalla Gip del Tribunale di Cagliari, Maria Gabriella Muscas, sugli effetti dell’incendio del 18 aprile 2011 nel quale sarebbe morto Manuel Piredda, muratore 27enne di Gonnesa, ex compagno di Valentina Pitzalis, la giovane sfigurata dal fuoco e diventata un simbolo della violenza sulle donne.

Si prosegue il 23 settembre con l’esame del medico legale Roberto Demontis, uno degli esperti nominati dalla difesa di Pitzalis, che ieri è rimasta sino al tardo pomeriggio in aula ad ascoltare la battaglia tra consulenti e periti. “Sono venuta non solo per me – ha commentato alla fine, accompagnata dai difensori Adriana Onorato e Cataldo Intrieri – ma anche per tutte le donne che non ce l’hanno fatta”. Nelle sei ore di esami e controesami tante sono le ipotesi emerse, ma poche – anzi pochissime – le certezze.

L’unico elemento chiaro è che sul corpo di Piredda non ci sono tracce di violenza che supportino la tesi dell’omicidio sostenuta dalla famiglia del muratore. I periti della giudice restano convinti che il giovane fosse morto prima dell’incendio (nei polmoni sarebbero state riscontrate tracce di fumo insufficienti per provocare il decesso), mentre oggi l’esperto del pm Gilberto Ganassi ha contestato sia le metodiche usate che le loro conclusioni: per lui l’operaio sarebbe morto perché la stanza aveva ormai esaurito l’ossigeno a causa del fuoco. Alla fine dell’udienza si sono detti soddisfatti sia i difensori di Pitzalis che quelli della famiglia di Piredda, gli avvocati Flavio Locci e Stefano Marcialis. Era stato proprio un esposto presentato dai genitori del muratore a far riaprire il fascicolo con l’ipotesi di incendio doloso e omicidio nei confronti di Valentina Pitzalis. [Nella foto Valentina Pitzalis fuori dall’aula del Tribunale di Cagliari]

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