Ussana, celebra un “finto sacerdote”. Allarme e indagini della diocesi

Il nome è noto, padre Ignazio. Pure il cognome: Niedda. Un po’ più confuso il suo status e il ruolo: per molti un sacerdote a tutti gli effetti (così si è presentato ai fedeli), anche se in realtà non ha ricevuto il sacramento. La storia del finte prete si legge nelle pagine di cronaca de L’Unione sarda oggi in edicola. In realtà Ignazio Niedda sarebbe comunque un ex, espulso dalla Congregazione della Missione, diacono nel 2004 nella parrocchia di Cagliari del quartiere San Michele. Ma, secondo le accuse arrivate alla Diocesi di Cagliari, in più occasioni (a Ussana e in altri centri della provincia di Cagliari) avrebbe celebrato la messa sull’altare, come un autentico sacerdote. Un incarico affidatogli da altri religiosi, probabilmente in buona fede. Da qui le accuse, arrivate alla Diocesi di Cagliari che ha diramato l’avvertimento di massima attenzione, nonché l’avvio le indagini interne su Niedda e sui casi segnalati.

Nessun allarme nella Chiesa cagliaritana ma solo l’esigenza di fare chiarezza e di evitare che si possano ripetere situazioni del genere. Il caso di Ignazio Niedda, il diacono sospeso perché accusato dalla Curia di celebrare messa, secondo la Chiesa del capoluogo è isolato: non ci sarebbero problemi simili in altre parrocchie.

Il diacono è, in qualche modo, il primo gradino del clero. Può partecipare alla celebrazione della Messa e anche tenere l’omelia, d’intesa con il celebrante. Può anche distribuire l’eucarestia, ma non ha il potere di effettuare la consacrazione. Per la Curia cagliaritana ci sarebbero le prove che il diacono avrebbe oltrepassato i limiti. Anche per questo è nata l’esigenza di fare chiarezza con la pubblicazione del nome sul sito della Curia con una raccomandazione a parroci e rettori delle Chiese: vigilate.

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