In campo per far riconoscere i diritti di suo fratello, morto a 32 anni per un raro tumore al cervello, un neoblastoma frontale: Emanuele, 28 anni, originario di Benevento ma da tempo residente a Milano, oggi era a Cagliari per l’appuntamento mensile di antimilitaristi e associazioni dei familiari delle vittime, davanti alla Prefettura di piazza Palazzo. Al fratello, maresciallo di prima classe dell’aeronautica militare scomparso nel 2005, è stata riconosciuta la causa di servizio.
“Mio fratello – ha detto all’Ansa – era sanissimo, non beveva e non fumava. Io affermo che si è ammalato durante gli addestramenti che periodicamente svolgeva al poligono del Salto di Quirra. Lo Stato ci ha riconosciuto la causa di servizio nel 2010, ma da allora non ha mai risposto ai tentativi di trattativa stragiudiziale per ottenere un risarcimento per la morte. Vogliamo giustizia e verità per lui e per tutte le altre vittime – ha aggiunto – siamo pronti a portare tutta la documentazione al tribunale di Roma”. Ora inizia una nuova battaglia: “Ho deciso di combattere non solo per mio fratello – ha concluso – non è possibile che nel 2018 ci siano ancora persone che muoiono per i veleni della guerra”.
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