Tutto pronto per il corteo a Capo Frasca: contro le servitù militari 40 associazioni

Ancora una volta a Capo Frasca, come cinque anni fa, nel luogo diventato simbolo della lotta dei sardi contro le servitù militari. L’avvio delle esercitazioni è imminente e sabato 12 ottobre oltre quaranta tra movimenti, associazioni, collettivi e comitati si ritroveranno alle 15 davanti alla base militare per protestare contro il fuoco nei poligoni.

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“Ci sono tante anime dietro la realizzazione di questa giornata”, spiega il portavoce della piattaforma organizzativa, Pierluigi Caria, presentando l’iniziativa a Cagliari, sotto il palazzo del Consiglio regionale. “Obiettivo primario – ribadisce – è lo stop alle esercitazioni, ma lottiamo anche per non dover più sottostare al ricatto occupazionale che legittima l’arricchimento delle fabbriche di morte e delle multinazionali che sperimentano i loro armamenti nella nostra terra, per contrastare lo spopolamento e l’emigrazione forzata e per alternative possibili rispetto alla devastazione ambientale e alla speculazione sul territorio”.

E ancora. “Lottiamo perché ci siano verità e giustizia per le persone che si sono ammalate o sono morte a causa dei poligoni”. Così alla conferenza stampa c’erano anche Giancarlo Piras e Abbondia Usei, genitori di Francesco, giovane militare di leva al poligono di Teulada morto di tumore. Ma il sit-in, anticipa un’altra portavoce della piattaforma Bettina Pitzurra, “sarà anche una festa aperta a tutti, dai bambini ai nonni: ci saranno musica, performance teatrali e balli”.

Anche i giovani del movimento Fridays for future sono tra le associazioni che hanno aderito alla manifestazione. “Le esercitazioni militari non solo devastano il nostro territorio, riempendolo di veleni, causando malattie, impedendone uno sviluppo sostenibile. C’è di più: le guerre che la Nato prepara sulla nostra isola sono guerre di aggressione volte a predare le risorse naturali di altri paesi, spesso combustibili fossili. Per questo chiediamo che la Nato se ne vada dalla nostra terra, che finiscano le esercitazioni, che i territori vengano bonificati e restituiti al popolo sardo!”.

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