Capo Frasca, nuovo corteo il 12 ottobre: l’inchiesta non ferma la manifestazione

La chiusura dell’inchiesta sulle manifestazioni contro le basi militari in Sardegna organizzate tra il 2014 e 2017 arriva a poche settimane dal prossimo appuntamento: proprio in queste ore fervono i preparativi perché il 12 ottobre è prevista a Capo Frasca la ‘Manifestada contra a s’ocupatzione militare de sa Sardigna‘.  Lo scorso fine settimana a Orgosolo c’è stato il quarto ‘A Foras Camp’ dove decine di attivisti si sono confrontati sul tema della presenza delle basi militari nell’Isola, l’ultimo appuntamento della tre giorni è stata proprio l’assemblea generale ‘verso Capo Frasca 2019′. Mentre si organizzano i pullman da varie parti della Sardegna per l’appuntamento del 12 ottobre a Sant’Antonio di Santadi è arrivata la chiusura delle indagini sulle manifestazioni precedenti, con cinque giovani accusati di associazione con finalità di terrorismo e 40 attivisti che dovranno rispondere di reati come danneggiamenti, resistenza, lesioni, partecipazione a manifestazione non autorizzata e imbrattamento. Le oltre quaranta sigle di associazioni, movimenti e comitati che organizzano il nuovo corteo confermano l’impegno del 12 ottobre.

“I soggetti interessati sono appartenenti a svariate aree politiche ma tutti accomunati dall’impegno contro l’occupazione militare della Sardegna – commentano gli avvocati dall’associazione Libertade, uno dei quali è già stato nominato difensore di un indagato -. Le gravi contestazioni mosse dal pubblico ministero procedente assumono una portata molto preoccupante, in quanto riferite a condotte poste in essere dagli indagati nella legittima, pacifica e meritoria attività politica di sensibilizzazione e riconoscimento delle gravi conseguenze ambientali e alla salute provocate dalle esercitazioni militari svolte all’interno dei poligoni sardi”.

Secondo i legali, le accuse riguardano l’organizzazione di “manifestazioni (avvenute nel 2014, 2015, 2016 e 2017) che si svolsero in maniera assolutamente pacifica; di aver organizzato campeggi definiti antimilitaristi, nei quali vengono svolte attività di informazione e approfondimento del tema; di resistenza ai pubblici ufficiali, benchè sia noto che in quelle occasioni furono le forze dell’ordine a rinchiudere i manifestanti, tra cui donne e bambini, all’interno di cordoni ingiustificati”.

“Impossibile non notare che l’apertura di procedimenti penali relativi a fatti di quattro anni fa arrivi a pochi giorni dalla nuova manifestazione di Capo Frasca – sottolinea l’avvocata Giulia Lai, dell’associazione Libertade -. I 45 indagati appartengono a sigle e gruppi diversi nel variegato mondo di chi si oppone alla presenza delle basi militari in Sardegna, difficile capire come nel provvedimento che li riguarda si voglia pensare a un’organizzazione comune. Crediamo che l’intento sia quello di cercare di frenare le persone coinvolte nell’inchiesta e magari di spingere le famiglie a non partecipare per paura di ripercussioni”.

Solidarietà agli attivisti indagati arriva dalla federazione di Cagliari del Partito comunista italiano. “Stiamo assistendo ad una escalation della repressione contro chi cerca di tutelare i diritti dei sardi manifestando in maniera pacifica il proprio pensiero e denunciando i danni irreparabili delle attività militari in Sardegna. Il nostro partito manifesterà in maniera concreta la propria solidarietà partecipando alla manifestazione del 12 ottobre che si terrà a Capo Frasca”.

LEGGI ANCHE: Proteste e cortei contro le basi militari, 5 cagliaritani indagati per terrorismo

M.Z.

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