Capo Frasca, il giorno della manifestazione

Alle 16.30 appuntamento per la protesta contro le servitù militari. Organizzatori indipendentisti, adesioni della politica istituzionale e della società civile.

L’appuntamento è per le 16,30 davanti ai cancelli della base Nato di Capo Frasca – sulla costa occidentale. Lì, all’ingresso dei circa 1.400 ettari, vietati ai civili, si troveranno oggi gli organizzatori e cittadini diventati via via più numerosi anche grazie alla risonanza dato dall’incendio della scorsa settimana. Le fiamme, scoppiate durante un’esercitazione militare dei tornado tedeschi, sono state spente dal Corpo forestale e il caso è diventato anche diplomatico, di tensione tra Regione e Difesa. Con versioni contrastanti dei fatti e una fattura da 20 mila euro, spesi per l’intervento, inviati al ministero.

Con la presa di posizione del presidente della Regione, Francesco Pigliaru, che ha ribadito la necessità di chiudere due delle tre basi (Capo Frasca e Teulada) e ridimensionare il Poligono interforze salto di Quirra. E poi la richiesta: 7mila ettari di servitù militare in meno, sui circa 35mila attuali. Un numero che si lega alla riduzione del personale militare in atto.

La manifestazione indipendentista diventata trasversale. L’iniziativa è stata lanciata dalle sigle indipendentiste e dai comitati popolari che da decenni lottano contro la presenza, ritenuta ingombranti, delle basi militari.  Si tratta di A manca pro s’Indipendentzia, Sardigna Natzione e del Comitato Gettiamo le basi, Comitato Su Giassu e comitato Su Sentidu – da sempre in prima linea contro le più temibili conseguenze dei poligoni di addestramento: le morti sospette per tumore. Poi le adesioni della galassia indipendentista: da ProgRes a Irs. Ma la cronaca ha superato e travolto le rivendicazioni classiche contro lo Stato centrale e per questo ci saranno questo pomeriggio anche delegazione del Pd, di Sel, del Movimento 5 Stelle, e altri dell’opposizione di centrodestra, oltre a vari amministratori locali e le associazioni ambientaliste. E ci saranno semplici cittadini: da nord a sud dell’Isola sono stati organizzati bus per il viaggio collettivo. Non ci sarà invece il governatore Francesco Pigliaru, come annunciato via Facebook, nella tarda serata di ieri: “Compito della Giunta – ha scritto – non è quello di cercare facile visibilità in manifestazioni di popolo, ma quello di ascoltare e raccogliere le istanze e tradurle in azione di governo”. Il coinvolgimento della politica, anche istituzionale, ha turbato gli animi, per alcuni organizzatori si tratta di una semplice “vetrina” del momento: su tutte vale la posizione della storica portavoce del comitato Gettiamo le basi, Mariella Cao: Politica e Autorità alla manifestazione di Capo Frasca: la lotta di popolo non si cavalca. Sfileranno quindi le bandiere, e i cartelloni con un generico “No servitù”. Dietro, le posizioni diverse e sfaccettate richiamate da sa “Manifestada Natzionale contra a s’ocupatzione militare de sa Sardigna”.

La protesta continentale. Gli eventi hanno travalicato il mare e addirittura sono state organizzate delle proteste in varie città italiane: da Varese a Pordenone, fino a Palermo, Massa Carrara Torino.

La meditazione. Davanti alla base, in territorio di Arbus, ci sarà spazio anche per la meditazione collettiva. Organizzata dal comitato Wesak del Mediterraneo e inizierà alle 18: “Ci terremo per mano creando una grande spirale, simbolo di apertura e uguaglianza”. 

 

 

 

 

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