Treni e littorine del ‘900 abbandonate: sequestrate trenta locomotive storiche

Erano state abbandonate ed erano in pessimo stato di conservazione, nonostante fossero patrimonio storico non solo della Sardegna ma di tutta Italia. Questa mattina la Guardia di finanza di Cagliari in collaborazione con i carabinieri del capoluogo hanno sequestrato 30 tra locomotive, carrozze ferroviarie e vecchie “littorine” sullo stile del razionalismo funzionale del periodo compreso tra i primi del ‘900 e il 1932 che erano ferme nei depositi di Monserrato, Mandas, Sassari e Macomer.

Le indagini condotte dalle Fiamme gialle sono partite diverse settimane fa e si sono sviluppate in sinergia con i carabinieri e in particolare i militari del Nucleo tutela patrimonio culturale. Gli investigatori di Fiamme gialle e Arma, coordinati dalla Procura, hanno effettuato verifiche all’interno delle varie stazioni ferroviarie che hanno permesso di constatare come carrozze e littorine fossero in stato di abbandono e in pessimo stato di conservazione. Quei mezzi ferroviari, però, sono considerati beni di interesse storico-artistico e di conseguenza devono essere adeguatamente conservati e destinati ad un uso compatibile con il loro carattere storico.

I mezzi sequestrati facevano e fanno parte della flotta utilizzata per la rete ferroviaria a scartamento ridotto della Sardegna che si estende per oltre 600 chilometri contro gli oltre mille di tutta la rete ferroviaria dell’Isola. Un percorso anche turistico denominato “Trenino Verde”. Un tempo il servizio di linea e turistico era garantito dalle Ferrovie Complementari della Sardegna, oggi è assicurato dall’Azienda di trasporto pubblico extraurbano della Regione, l’Arst.

“Il sequestro – spiegano Guardia di finanza e carabinieri – si è reso necessario per assicurare il corpo di reato in attesa di accertare, anche tramite successive indagini con l’aiuto di personale qualificato della soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio di Cagliari, l’effettivo interesse culturale del parco rotabile, nonché la consistenza, lo stato di conservazione e manutenzione dello stesso”. Gli inquirenti adesso stanno valutando alcune possibili ipotesi di reato che vanno dal danneggiamento del patrimonio storico culturale nazionale, all’uso illecito di beni culturali, fino all’abuso d’ufficio.

“I mezzi presenti nei depositi ferroviari aziendali sono custoditi, in attesa di individuare specifici finanziamenti, per l’avvio di un programma di recupero degli stessi che richiede un consistente impegno in termini finanziari ed economici”. Così l’Arst – l’azienda di trasporto pubblico extraurbano della Regione che gestisce il servizio – interviene dopo il sequestro. “L’attenzione di Arst – sottolineano dall’azienda – è costantemente rivolta alla preservazione del patrimonio ferroviario isolano pervenuto dallo Stato alla Regione Sardegna solo nel 2008 e in condizioni di forte criticità. Il caparbio impegno aziendale a mantenere comunque in esercizio il Trenino verde, nonostante la nota carenza di risorse dedicate, è una delle più importanti testimonianze di questa attenzione. Infatti, il recupero anche funzionale dei rotabili pervenuti dallo Stato, ancora in condizione di potenziale intervento, è uno dei punti centrali di attenzione da parte aziendale”. “Naturalmente – concludono i vertici di Arst – si esprime la massima fiducia negli organi inquirenti nei confronti dei quali si resta a totale disposizione”.

 

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