Tassa di soggiorno, accordo Airbnb-Comuni: no di Federalberghi

No all’accordo sull’imposta di soggiorno tra Airbnb e i sei Comuni sardi firmato ieri a Olbia. La protesta è degli imprenditori che aderiscono a Federalberghi. Il patto – firmatari i comuni di Arzachena, Golfo Aranci, Olbia, Posada e Santa Teresa di Gallura, ma presto si aggiungerà anche Dorgali – prevede un’intesa per la riscossione e il versamento dell’imposta di soggiorno direttamente in piattaforma. La bocciatura è in tre parole: “Preoccupante, scellerato e inutile”. Nel mirino innanzitutto i municipi: “Accordarsi – questa l’accusa – con chi non rispetta le norme fiscali in questo Paese, rifiutandosi per esempio di versare la cedolare secca del 21% all’erario, e incentiva l’abusivismo nel sistema della ricettività extra alberghiera, non è quanto ci si aspetta da amministratori locali che agiscono nell’interesse di tutti e per questo dovrebbero far rispettare le regole a tutti”.

Per l’associazione sono molti i punti da chiarire. Il presidente Paolo Manca entra nei dettagli: “Air B&B non fornirà – attacca- nessun elenco di coloro che versano l’imposta di soggiorno e i Comuni non avranno di fatto nessuna possibilità di sapere chi ha pagato e chi non lo ha fatto, semplicemente perché il portale non è obbligato a farlo e si comporta come un semplice host che versa una imposta di soggiorno cumulativa”. Per Federalberghi il rischio è quello “di legittimare situazioni in cui gli abusivi versano l’imposta solo per le transazioni (e quindi le presenze) che passano per il portale, evadendo invece la tassa per quelle che arrivano da altri canali”. Una domanda ai sindaci: “Se fossimo noi albergatori a pretendere un accordo in cui non esistono certezze e dati sugli hotel che effettivamente riscuotono e versano, questi sei sindaci accetterebbero?”.

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