Tamponi Covid, troppi giorni di attesa: ‘Nel frattempo altre persone contagiate’

Sono ormai quotidiane le segnalazioni che arrivano alla mail del nostro giornale. Il racconto è sempre identico: dopo la segnalazione all’Ats o al proprio medico di famiglia per essere entrati in contatto con una persona risultata positiva al Covid-19 o avere i sintomi del virus, si aspettano non meno di cinque giorni prima che si venga chiamati per fare il tampone. E accertare quindi la positività o la negatività alla malattia.

L’ultima mail ce l’ha inviata questa mattina un’impiegata, mamma di due bambini. E siccome è l’ennesimo caso, abbiamo deciso di raccontarlo. Specie perché il presidente della Regione, Christian Solinas, ha incolpato i sardi per l’aumento dei contagi, accusandoli di aver “abbassato la guardia”. Ma ciò che bisognerebbe rivedere è innanzitutto la catena dell’assistenza. Che a luglio e agosto, quando i casi erano pochi, ha funzionato. Adesso il sistema non garantisce più un tracciamento efficace.

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Marta, questo il nome di fantasia, lavora in una cooperativa sociale. La settimana scorsa, vista una brurtta tosse, ha deciso di fare un test sierologico. “Nel giro di mezza giornata sono stata chiamata perché l’esame ha dato esisto positivo”.- Nel sangue di Marta è stata rintracciata la presenza di uno dei due anticorpi del Covid-19. Non significa necessariamente che si abbia la malattia in corso. Ma proprio per scongiurare questo pericolo, si fa il tampone.

“È stato lo stesso laboratorio di analisi privato al quale mi sono rivolta a fare la segnalazione all’Ats. Era il giorno 15. Sono stata chiamata per fare il tampone martedì 20, in tarda sera. Stiamo parlando di cinque giorni dopo”. Marta adesso attende l’esito. “Sino a quando non saprò se sono eventualmente positiva, mio marito non può chiedere l’astensione del lavoro. Al momento si è dovuto metere in ferie per trasferirsi in casa di parenti con i nostri due bambini”. Questo accade in tempo di Covid-19 e sanità inefficiente.

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