Stipendio diminuito e orario dilatato: sessanta cameriere lasciano il resort

Dopo 20 anni di lavoro come cameriere al piano in un grande resort di Cala Gonone, nel territorio di Nuoro, una sessantina di donne di Dorgali ha deciso di non proseguire l’esperienza. Il motivo scatenante riguarda le condizioni di lavoro perché quest’anno con la stagione turistica che langue in seguito alla pandemia, tutto cambia: il lavoro c’è ma con stipendio ridotto e orario dilatato, denunciano. Le donne sono state sostituite dalla sera alla mattina e da qui l’inizio di una battaglia attraverso Facebook, piattaforma social sulla quale hanno raccontato la loro storia.

“Nonostante il lavoro di fatica non ci mancava mai il buonumore e il senso dell’umorismo. I clienti e la direzione erano soddisfatti e noi con loro. A ottobre 2019 veniamo a sapere che il ‘nostro’ villaggio avrebbe cambiato gestione e pur con tanti dubbi abbiamo provato ad essere ottimiste e siamo state riconfermate come gruppo dei piani, ma poco dopo c’è stato l’arrivo del covid”.  A giugno tuttavia arriva la bella notizia: “Ci dicono che il villaggio riapre ma subito veniamo a sapere che le condizioni contrattuali sono cambiate – proseguono le cameriere – più ore e meno paga, orario full time per tutte, prendere o lasciare. Molte di noi si sono rifiutate, le più temerarie hanno accettato, ma dopo 12 giorni di lavoro hanno rassegnato le dimissioni perché le condizioni contrattuali non venivano rispettate. Altre donne senza troppi scrupoli prendono il nostro posto e noi restiamo basite davanti a questa ingiustizia”.

Le cameriere di Dorgali si chiedono se sia giusto che “nel nostro territorio arrivi personale da fuori, disposto a farsi sfruttare al nostro posto? Non ci interessano i conflitti politici – concludono – vogliamo solo provocare una seria riflessione perché questa situazione non diventi una regola”.

Sulla questione è intervenuta anche la sindaca di Dorgali, Maria Itria Fancello, che ha dichiarato all’Ansa: “”Negli ultimi 30 anni abbiamo assistito ad un progressivo ed incessante peggioramento delle condizioni di lavoro dei lavoratori dipendenti. Contratti con sempre meno tutele, condizioni economiche talvolta non consone. Chi reagisce, ribellandosi a questo sistema, ha il mio massimo rispetto e il mio appoggio, perché è grazie a chi ha il coraggio di protestare che si ottengono i cambiamenti”. La prima cittadina attende un “intervento del legislatore affinché si mettano nuovamente al centro della discussione politica i diritti dei lavoratori dipendenti, e nel contempo si aiutino le imprese riducendo il costo del lavoro per le stesse”

 

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