Stadio Is Arenas, il teste: “Struttura doveva essere provvisoria e amovibile”

Lo stadio di Is Arenas a Quartu sarebbe dovuto essere provvisorio e amovibile, senza elementi strutturali permanenti. È quanto confermato, in estrema sintesi, davanti ai giudici della prima sezione penale del Tribunale di Cagliari dall’ingegnere del Comune di Quartu Sant’Elena, Maria Bonaria Vinci, sentita in qualità di testimone al processo all’ex presidente del Cagliari Massimo Cellino, imputato per la vicenda legata alla realizzazione dello stadio. Nell’udienza di oggi è proseguito l’interrogatorio di alcuni investigatori della Forestale che hanno lavorato alle indagini con il sostituto procuratore Enrico Lussu, ma poi la parola è passata ai tecnici comunali che nel 2012 hanno lavorato al servizio tutela del paesaggio del Comune, gli ingegneri Roberta Porcu e Maria Bonaria Vinci.

Interrogatori nei quali i pm Lussu e Gaetano Porcu stanno cercando di ricostruire le fasi precedenti alla costruzione dell’impianto finito sotto inchiesta. Oltre a Cellino – anche non presente in aula – sono imputati, accusati a vario titolo di tentato peculato, falso e violazioni di norme urbanistiche, anche l’ex sindaco di Quartu, Mauro Contini e all’ex assessore ai lavori pubblici Stefano Lilliu, ma anche l’imprenditore Marcello Vasapollo, committente dei lavori, il geometra Graziano Mossa, il coordinatore della sicurezza Raffaele Perra, e il direttore dei lavori Giacomo Manca di Villahermosa. Imputato anche Andrea Masala, dirigente del Comune di Quartu che davanti al Gup Mauro Grandesso aveva chiesto l’abbreviato condizionato all’audizione di alcuni testimoni, ma che non vedendosi accogliere l’istanza ha deciso di andare a dibattimento. Secondo l’accusa si stavano per utilizzare oltre 300 mila euro di soldi pubblici (365.012 euro) per opere legate allo stadio (cabina elettrica, recinzione e strada di accesso all’impianto) che invece avrebbe dovuto pagare il Cagliari Calcio. Si prosegue il 21 giugno con altri testimoni e investigatori.

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