Società fallite e un ‘buco’ da 60 milioni: no a patteggiamento per Alberto Scanu

La giudice per le udienze preliminari del tribunale di Cagliari, Alessandra Tedde, ha respinto la richiesta di patteggiamento avanzata dall’ex numero uno di Confindustria Sardegna e della Sogaer (società di gestione dell’aeroporto del capoluogo sardo), Alberto Scanu, 53 anni, accusato di bancarotta per una serie di fallimenti di alcune società del suo gruppo.

Il difensore Rodolfo Meloni si era accordato con la Procura per una pena di 4 anni e 4 mesi, ma la giudice ha dichiarato che non ci sono i presupposti per concedere in questo contesto le attenuanti generiche. A questo punto la difesa ha deciso di chiedere il proscioglimento di Scanu, mentre il pubblico ministero Giangiacomo Pilia ha rinnovato la inchiesta di rinvio a giudizio.

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Secondo la Procura sarebbero state fatte fallire in un vorticoso giro di denaro alcune società del gruppo Scanu generando così un “buco” di 60 milioni di euro. Era stata invece stralciata e aveva potuto patteggiare una pena a 4 anni di reclusione la sorella di Scanu, Laura, difesa dagli avvocati Maria Chelo e Renato Chiesa. Dieci complessivamente le persone finite al centro dell’inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza: alla fine il pm Pilia ha ipotizzato una trentina di imputazioni tra bancarotta semplice e fraudolenta, ma anche distrazioni e altri reati.

Ha già chiesto il rito abbreviato il commercialista quartese Giovanni Pinna (difeso dagli avvocato Iovine e Mario Canessa), mentre Pierangelo Zurru (difeso dall’avvocato Massimo Delogu) ha chiesto in via principale il non luogo a procedere e in via subordinata la messa alla prova. Non hanno chiesto riti alternativi gli altri imputati: Valdemiro Giuseppe Peviani, Paolo Zapparoli, Pier Domenico Gallo, Paolo Moro, Caterina Della Mora, Domenico Falchi e Enrico Gaia. Si proseguirà il 22 giugno.

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