C’è anche un allevatore sardo tra i premiati da Slow food per la ‘Resistenza casearia’, il riconoscimento assegnato dall’associazione “a pastori, casari, studiosi e appassionati che rifiutano le ‘scorciatoie’ industriali e che testardamente continuano a produrre formaggi e alimenti rispettando naturalità, tradizione e gusto”.
A tenere alto il nome della Sardegna è Rino Farci (nella foto), allevatore di Escalaplano che nella sua azienda agricola Fossada alleva e munge a mano 400 pecore di razza sarda. Gli animali vivono esclusivamente al pascolo brado e Rino tramanda di generazione in generazione la produzione del formaggio axridda, il formaggio nell’argilla. Durante la stagionatura la crosta viene trattata con olio di lentisco, ma la sua principale caratteristica è la ‘cappatura’ fatta proprio con l’argilla, che consente una stagionatura più lunga (fino a due o tre anni). “Questa tecnica tradizionale – si legge nella motivazione del premio – era in uso anticamente presso molte famiglie pastorali di Escalaplano che l’hanno tramandata di padre in figlio. Pochissimi la conoscono ancora: Rino è uno dei pochi produttori che, insieme al padre, l’ha riscoperta e continua a praticarla”.
Gli altri riconoscimenti sono andati a Daniele Caserotti, diciottenne che a Pejo produce con latte crudo e senza l’aggiunta di fermenti selezionati il casòlet; al turco Ilhan Koculu, coordinatore del presidio del formaggio gravyer di Bogatepe, un piccolo villaggio in Turchia; agli statunitensi Rachel Fritz Schaal e Peter Dixon, creatori di una piccola azienda familiare nel Vermont; al professor Andrea Cavallero, considerato uno dei massimi conoscitori al mondo delle Alpi; all’ex sindaca di Bra Bruna Sibille. [Foto: Slow Food]
An.De