Ha cambiato casa la famiglia di Alhaj Ahmad Amin, il presunto terrorista dell’Isis arrestato ieri Macomer. È stata la compagna dell’uomo, marocchina, a prendere la decisione per proteggere la privacy dei suoi quattro figli, con i quali viveva insieme ad Amin – 38 anni, di origini palestinesi ma naturalizzato libanese – in una casa di via Londra 42, nel quartiere di Scalarba.
La donna coi bambini, tuttavia, non cambierà città: la famiglia resterà nella centro del Marghine, ma andrà ad abitare in un’altro appartamento, su cui non vengono rivelati dettagli, anche per tutelare l’incolumità dei minorenni, di cui si stanno occupando pure i Servizi sociali del Comune. La compagna di Amin ieri è stata sentita a lungo dagli inquirenti: ha chiarito di non sapere assolutamente nulla del piano terroristico che il 38enne aveva in mente, secondo quanto ricostruito. E due erano gli obiettivi: avvelenare le acque delle condotte idriche, sotto Natale, utilizzando un veleno per topi, e attaccare la caserma della Brigata Sassari a Macomer.
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Intanto il presunto terrorista non verrà interrogato oggi, a differenza di quanto si era diffuso in tarda mattina. Al momento non risulta inviata a Nuoro, da Cagliari, alcuna richiesta perché siano i magistrati della Procura barbaricina a sentire in carcere Amin, da ieri rinchiuso in una cella di Badu ‘è Carros. È invece certo che al 38enne sia stato assegnato un avvocato d’ufficio, del foro di Oristano.
Sulla vicenda è intervenuto il vice presidente della Commissione Antimafia, il senatore Christian Solinas: “La Sardegna non può essere terra di immigrazione indiscriminata: è assolutamente vietato abbassare la guardia. Lo dimostra l’arresto a Macomer del fondamentalista palestinese vicino all’Isis che segue di poco il bliz delle forze di polizia nel sud Sardegna contro pericolosi elementi di nazionalità nigeriana responsabili di associazione di stampo mafioso, tratta di esseri umani aggravata dallo sfruttamento della prostituzione e traffico di sostanze stupefacenti che aveva messo radici nell’Isola”. “Il mito dell’impermeabilità della Sardegna alle mafie ed al terrorismo internazionale è definitivamente crollato assieme agli esiti nefasti di una politica dissennata dell’immigrazione e dell’accoglienza incontrollata che ha ingenerato nelle organizzazioni illegali presenti in Sardegna l’errato convincimento di poter operare indisturbate nelle nostre città”.
[Foto da Quotidiano.net]