Cagliari vuole ripartire da cultura e turismo. Dall’Anfiteatro ai nuovi spazi, Massimo Zedda: “Ecco la città del futuro”

Una Cagliari che riparta da cultura e turismo: è il titolo di uno dei capitoli del documento programmatico della Giunta guidata da Massimo Zedda e non potrebbe essere più esplicito. Si tratta della sezione forse più dettagliata dell’intero lavoro: su questi due temi il sindaco si è espresso in modo chiaro fin dalla campagna elettorale, identificandoli come settori chiave per lo sviluppo della città. Dalla riapertura dell’Anfiteatro romano alla riqualificazione di spazi per eventi e associazioni fino alla creazione di festival di ampio respiro in grado di mobilitare il turismo internazionale nella direzione del Capoluogo, il modello identificato sembra muoversi su più direzioni: valorizzare il patrimonio già disponibile, dare la possibilità alla cultura di vivere nel quotidiano – che significa creare occasioni di confronto, relazioni e stimolo per i cittadini – e poi agire sui grandi eventi anche come leva turistica.

Il programma contiene indicazioni molto generali che poi andranno “sostanziate” e infatti bisognerà capire il come, quando e con quali soldi: potenziamento dell’offerta museale, interventi di restauro e rifunzionalizzazione dei Centri comunali, l’ampliamento di programma di attività culturali sono buoni, ottimi propositi che poi andranno verificati nel corso del tempo. Così come la promozione del turismo culturale, per il quale innanzitutto l’offerta culturale andrebbe incrementata. In ogni caso valgano le dichiarazioni di principio: “La nostra visione di futuro per Cagliari parte da un forte investimento nella cultura e nella conoscenza che sia prioritariamente rivolta ai suoi abitanti – dice il sindaco -. Un paese, un territorio o una città progrediscono quando preservano e accrescono il loro capitale umano”. E ancora: “Cultura significa benessere. Il rapporto Oms del 2019 ha scientificamente ascritto alla qualità della vita e al benessere individuale la possibilità di fruire e partecipare ad attività culturali e artistiche performative. Investiamo in cultura e investiremo in salute, in autonomia individuale, in prevenzione e benessere cognitivo. Cultura significa lavoro. Il comparto Icc è in questo momento trainante nella economia italiana ed europea. Occupa nel nostro paese oltre 1,5 milioni di addetti e prevede un incremento per il 2024 di un ulteriore 5,5 per cento. Investiamo in cultura per creare opportunità di lavoro per i giovani e i profili altamente qualificati”.

Nel dettaglio, il documento contiene alcune indicazioni più precise. Per esempio la riqualificazione e trasformazione del cimiterio di Bonaria in “Parco urbano”, luogo di memoria e di cultura, accessibile a tutte e a tutti, che coniughi la funzione commemorativa con quella culturale e turistica. La valorizzazione del patrimonio archeologico (quindi Anfiteatro ma anche la Villa di Tigellio) e museale, con la riapertura anche di Villa Muscas. C’è l’idea di rinnovare il Teatro Lirico con nuove idee di programmazione e collaborazione esterna, “al fine di valorizzare la potenzialità (fabbrica del teatro) e il decentramento”. E poi: “Per il nuovo teatro Carmen Melis va promossa una forte collaborazione con i soggetti culturali presenti in città per una più ampia e qualificata produzione e programmazione a vantaggio della comunità”. C’è l’idea di potenziare la Cagliari Film Commission, puntando sulle produzioni cinematografiche o televisive ambientate nel Capoluogo, il completamento della Mediateca del Mediterraneo e poi un’idea che richiama altre contenute nel documento: “Nuove aperture di spazi nei quartieri sul modello del condominio culturale di via Falzarego in cui le organizzazioni culturali hanno sede e ospitano le proprie iniziative aperte a tutte e tutti”.

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