Sardegna in strada con la zona bianca. Tante persone a caccia della normalità

Un lunedì come non capitava da tempo. Il primo giorno di zona bianca per la Sardegna, un po’ più alleggerita dal peso del Covid, risponde alle aspettative e tanta gente ha deciso di ‘celebrare’ il passo verso la normalità facendo cose normali ma che non lo erano più. Quindi, aperitivi, cene, passeggiate tutto nel rispetto di alcune norme fondamentali come l’utilizzo della mascherina ed evitare assembramenti. Infatti, è doveroso sottolineare per l’ennesima volta che zona bianca non significa fuori dal pericolo perché anche se i numeri sorridono alla Sardegna, il coronavirus non è sconfitto. In quest’ottica incombono le varianti che negli ultimi giorni hanno raggiunto anche l’Isola. Sono 21 i casi i variante inglese nel sud Sardegna scoperti dal laboratorio del policlinico di Monserrato dell’Aou di Cagliari. Secondo i dati dell’azienda mista sette contagi di questa mutazione del virus sono stati riscontrati a Cagliari, quattro a Quartu, due a Capoterra, uno a Monastir, uno a Dolianova, due a Sanluri, due a Carloforte e altri due dei quali non è stata ancora accertata la provenienza esatta.

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Dunque, a fronte di precauzioni utili e necessarie, resta però la voglia di tornare alla normalità e così il primo giorno a Cagliari è stato quello dell’aperitivo lungo, complici il clima, i ristoranti e i bar aperti e la possibilità di stare in giro sino alle 23.30 orario in cui scatta il coprifuoco. Gli esercenti sorridono nel vedere i tavolini pieni e in alcuni casi la fila all’ingresso, ma tutti predicano prudenza: il ricordo di un’estate in cui l’ottimismo ha superato la prudenza è ancora vivo e quindi controlli e rigore verranno applicati per evitare un’altra falsa partenza. Per vincere la sfida e mantenere il primato di zona bianca sono state impegnate anche le forze dell’ordine per controllare le zone più a rischio di assembramento.

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In questo clima di gioia e prudenza si guarda al futuro della Sardegna perché la zona bianca non cancella una crisi economica maturata in quasi un anno di emergenza. Oggi, e nei prossimi giorni, il Consiglio regionale discute il Recovery Plan dell’Isola che tradotto significa un piano di aiuti deciso dal Governo per finanziare progetti che la Regione ha presentato a Roma. L’obiettivo è rendere concreti gli interventi perché non rimangano l’ennesimo nome anglofono nell’agenda delle necessità dei sardi.

M. S.

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