Nell’Isola la sanità sta diventando sempre più un problema per molte famiglie. Dalle attese per l’arrivo di un medicinale alle guardie mediche chiuse in alcuni centri, sono quotidiani i racconti dei sardi di episodi riconducibili a mala sanità. Gli sfoghi arrivano anche su Twitter, come quello di Vanessa:
Eppure la salute è un diritto garantito dall’articolo 32 della Costituzione: “Un diritto diventato un privilegio”, scrive sempre Vanessa in un altro tweet. C’è poi Fabio Lisci, che il 25 dicembre ha postato la comunicazione dell’Asl Sulcis informando della chiusura temporanea del Punto di primo intervento del presidio ospedaliero Cto di Iglesias, per mancanza di personale. Bianca, pubblicando una foto sui tagli alla sanità dai vari Governi avvicendatesi negli ultimi anni, scrive di aver atteso 11 mesi per un’ecografia di cui aveva esenzione per una malattia. Prenotare una visita per tempo è un’impresa, come scrive Elav:
L’unico rimedio, per chi può permetterselo, sembra il privato, ma neanche questa sembra un’opzione, come scrive un avvocato di passaggio in Sardegna:
I tweet, solo tra dicembre e novembre di quest’anno, sono tanti e danno un quadro abbastanza ampio di una quotidianità preoccupante. Francesca Congiu riporta di “una provincia, l’Ogliastra, completamente sfornita di medici di medicina generale, e un ospedale in crisi. 1850 chilometri quadrati con un buco di sanità enorme”. Sono tweet, cioè parole in rete, ma assomigliano a pezzi di un puzzle sempre più grande e pesante, spaccato di una realtà che sta iniziando a comporsi e scomporsi. Un grido di allarme e una richiesta di aiuto.