Una sequenza di delitti che fa pensare a una faida. Tre omicidi eseguiti con modalità simili in poco più di un anno, tutti nelle stesse campagne. L’ultimo è avvenuto ieri sera poco prima della 19. Simone Piras, 33 anni, allevatore di Gairo, a bordo del suo pick-up Nissan, tornava a Elini. Ad attenderlo a casa la moglie e i tre figli. Due hanno 8 e 5 anni, l’ultimo nato appena un anno e mezzo. I killer lo attendevano lungo la strada di montagna che da Gairo Taquisara porta alla stazione ferroviaria di Villagrande Strisaili per congiungersi con la strada Nuoro-Lanusei.
Tutto fa pensare che Piras li conoscesse e si fidasse. Ad accorgersi della tragedia è stato un automobilista che ha notato il fuoristrada fermo, con le luci accese, nel mezzo della strada. Si è avvicinato e ha visto il corpo martoriato della vittima. Uccisa con due colpi a pallettoni: uno al fianco, l’altro in pieno volto. Una modalità, questa, identica a quella dell’omicidio, avvenuto lo scorso 27 luglio, di Massimiliano Langiu, 27 anni, titolare di un allevamento di maiali.
Lo scenario che si è presentato ai carabinieri della compagnia di Lanusei guidati dal capitano Claudio Paparella fa ritenere che Piras si sia fermato senza sospettare quel che l’attendeva. Che sia sceso dal mezzo per rimuovere un ostacolo non sospetto o addirittura per parlare con qualcuno che conosceva. Il fuoristrada aveva ancora il motore acceso. Il cadavere era distante due metri.
Anche Massimiliano Langiu nello scorso luglio fu ucciso con due colpi di un fucile caricato a pallettoni, uno dei quali al volto. Le indagini, ancora in corso, si sono subito presentate difficili. L’ipotesi della connessione tra i due delitti è sostenuta dalle modalità pressoché identiche, troppo simili per essere frutto del caso.
L’altro delitto risale al 16 novembre del 2014. La vittima, Salvatore Caboi, di 63 anni, fu colpita alla testa dai pallettoni mentre – alle 8 del mattino – era diretto al suo ovile nella campagne di Gairo. Con lui viaggiava il socio Fabrizio Ligas, 33 anni che, ferito al braccio e alla spalla, riuscì a salvarsi. Caboi morì dopo una settimana nel reparto di rianimazione dell’ospedale San Francesco di Nuoro.