Rwm, l’allarme delle associazioni: “Rischi per lavoratori e residenti”

Le insinuazioni sono pesanti, seppure accompagnate da ipotesi e documenti: “Come è possibile che una fabbrica di esplosivi ed ordigni militari, come quella di Rwm Italia che opera in Sardegna, a Domusnovas, possa ancora farlo senza tener conto della salute e dei rischi alla sicurezza di lavoratrici, lavoratori e popolazioni del territorio”. È scritto in un comunicato stampa firmato dal comitato Riconversione Rwm, associazione Italia Nostra, Cagliari social forum, Assotziu consumadoris Sardigna, Centro sperimentazione autosviluppo, Pci Sulcis Iglesiente.

L’occasione per parlare di sicurezza sui luoghi di lavoro e per chi abita vicino all’impianto di Domusnovas arriva dall’incidente in una fabbrica di fuochi d’artificio avvenuto a Barcellona Pozzo di Grotto (Messina) mercoledì scorso, dove hanno perso la vita cinque persone. “Le fabbriche di esplosivi – scrivono le associazioni – sono impianti estremamente pericolosi, e sono perciò soggette a una normativa speciale che riguarda gli ‘stabilimenti a rischio di incidente rilevante’ (normati dal decreto legislativo 105 del 2015), che prevede controlli e misure di sicurezza stringenti e rigorosi, ma che purtroppo non sempre vengono rispettati. Nel caso di Rwm, ad esempio, una parte dello stabilimento dove sono stoccate quantità incredibili di liquido infiammabile, si trova a 400 metri dal centro urbano di Iglesias e non a 4 chilometri come prevede la vigente normativa”.

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In particolare, viene sottolineato, il piano per la gestione delle emergenze in caso di incidente nelle aree esterne allo stabilimento Rwm Italia risalirebbe al 2012 “ed è impostato sui rischi derivanti da una produzione prevalente di esplosivi per uso civile (di tipo Slurry, Anfo e miccia detonante), che è totalmente cessata già alla fine del 2012, mentre considera la produzione di tipo militare del tutto marginale. Il piano di emergenza ancora oggi in vigore è ormai del tutto obsoleto e inadeguato, un piano scaduto“.

Nonostante questi possibili rischi di cui parlano le associazioni, il Comune di Iglesias recentemente “ha dato altre autorizzazioni” per ampliare lo stabilimento:  “Il raddoppio delle linee produttive per costruire esplosivi militari di tipo Pbx e la realizzazione di un nuovo poligono per test esplosivi denominato ‘Campo Prove R140’, senza neppure una Valutazione di impatto ambientale”. Entrambi i provvedimenti sono stati contestati in Tribunale dalle associazioni contrarie e attualmente sono in corso procedimenti giudiziari.

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