Rifiuta l’utilizzo del registro elettronico: sit-in contro la sospensione del maestro

Dopo la prima sospensione a causa del rifiuto a utilizzare il registro elettronico perché non tutelerebbe la privacy degli alunni, per il maestro, Andrea Scano, sono arrivati ulteriori 11 giorni di assenza forzata dal lavoro. Una decisione che ha portato i Cobas della scuola a organizzare un sit in di protesta che si terrà lunedì prossimo alle 17.30 in piazza Galilei a Cagliari, di fronte alla sede dell’Ufficio scolastico regionale. Sono gli stessi rappresentanti del sindacato a spiegare la scelta della manifestazione, concepita come un atto di “concreta solidarietà per il maestro ingiustamente sanzionato, solo per aver chiesto di svolgere il proprio dovere nel rispetto delle leggi e della privacy degli alunni. Il maestro ha dovuto subire, oltre che numerose pressioni, un rimprovero scritto e in seguito tre giorni di sospensione dall’insegnamento da parte della dirigente scolastica”.

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Inoltre, l’Ufficio provvedimenti disciplinari ha “deciso di rincarare la dose, attribuendogli altri undici giorni di sospensione, con relativa trattenuta dello stipendio”, spiegano i rappresentanti sindacali, ricordando che “il nostro collega, da un anno, chiede legittimamente di poter utilizzare il registro cartaceo per le normali operazioni scolastiche”. Una scelta che non si tratterebbe di un rifiuto a priori delle innovazioni, ma più che altro “il maestro Andrea si è reso conto che non esiste una legge che imponga l’utilizzo del registro elettronico, mentre esistono fortissime criticità rispetto al suo utilizzo”. A supportare questa tesi, i sindacalisti del Cobas, citano il Garante per la privacy che dopo l’introduzione del registro elettronico “auspica l’adozione di adeguate misure di sicurezza a protezione dei dati”. Il maestro ha inviato diverse lettere all’amministrazione scolastica, ma secondo quanto riportato dal sindacato, non ci sono state risposte ai quesiti, ma solo a una “serie di sanzioni tutte contraddistinte da assenza totale di motivazioni”. L’insegnante, con il patrocinio dei Cobas scuola, si rivolgerà alla magistratura per ottenere giustizia su un tema che riguarda da un lato la tutela dei dati dei minori, dall’altro la dignità professionale.  Sono diverse le adesioni al sit in tra queste anche il consigliere regionale del Partito democratico, Piero Comandini, convinto della necessità di difendere “il sacrosanto principio della libertà di insegnamento”.

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