Gli inglesi li chiamano sextortion: sono i ricatti sessuali dopo lo scambio di foto e video via chat. Il fenomeno è tristemente diffuso anche tra i minorenni. Alla Polizia postale sono arrivate sei denunce per altrettanti ‘aguzzini’ delle chat che hanno diffuso immagini private.
Visti i numeri in crescita, la Polizia postale ha deciso di diffondere un vademecum con i consigli per le vittime e i genitori. “Mai cedere al ricatto pagando le somme richieste – spiegano gli esperti -. Non bisogna vergognarsi per aver condiviso immagini intime con sconosciuti. A quella età si è curiosi e inesperti e spesso le persone che fanno queste cose sono criminali organizzati che conoscono le fragilità dei ragazzi; non cancellare i messaggi scambiati con gli estorsori, non chiudere i profili social su cui si viene contattati, ma fare gli screenshot delle conversazioni e delle minacce e del profilo dell’estorsore”.
La segnalazione alle forze dell’ordine si può fare online, sul portale www.commissariatodips.it. È un modo per chiedere aiuto. Poi ai ragazzi si raccomanda di “parlarne con i genitori o con un adulto di fiducia”. Ancora avvertenze per madri e padri: “Se ai propri figli capita, non bisogna giudicare irresponsabile il loro comportamento, ma valutare che la vergogna e il senso di panico che possono provare li mettono a rischio di compiere atti impulsivi. Ascoltare quanto i figli raccontano, acquisire con calma tutte le informazioni e rassicurarli; procurarsi gli screenshot delle conversazioni con gli estorsori e recarsi quanto prima in un ufficio di Polizia per sporgere una denuncia”. Anche ai genitori la Polizia postale consiglia di non cancellare immagini o profili social e di segnalare subito cosa sta accadendo.