Razzismo, il titolare del bar di Cala Gonone: “Ho fatto solo quello che era giusto”

“Ci ha molto stupito tutto questo risalto mediatico, non ci aspettavamo tutta questa notorietà, abbiamo fatto quello che era giusto fare e che siamo abituati a fare”. Così all’ANSA, Dionigio Fronteddu titolare dell’Iris Cafè di Cala Gonone (Nuoro) che due sere fa ha difeso il suo cameriere Mamadou Niang, senegalese 18enne, calciatore del Santu Predu di Nuoro, preso di mira da quattro clienti che non volevano essere serviti da lui. “Erano quattro ragazzi sardi, ma non della zona – sottolinea il titolare – io e la mia collega ci siamo subito accorti del loro comportamento. Ogni volta che Mamadou si avvicinava, si mettevano a confabulare e fare sorrisini ironici. Al secondo giro di birre, hanno chiesto di essere serviti da me o dalla mia collega e non da Mamadou”. Mantenendo la calma e con una fermezza glaciale da dietro il bancone Dionigio ha subito replicato: “Ho detto loro che noi non facciamo alcuna distinzione”. Nessuno scambio di battute. “Sono rimasti nel locale ancora qualche istante, poi si sono allontanati”.

“Non si erano mai verificati episodi di questo genere. Mi è sembrata una frase stupida, non credo che qui ci siano persone razziste – spiega ancora all’ANSA il titolare del bar – Forse qualcuno sentendo quanto accade in altri posti, sentendo frasi e notizie in televisione, prende coraggio e si lascia andare a queste frasi”. Mamadou Niang lavora da poco tempo nel locale di Cala Gonone. “Aveva bisogno di lavorare – dice ancora Fronteddu – dopo un breve periodo di prova ci siamo accorti della sua bravura. Lo abbiamo assunto per i pochi giorni di luglio e per tutto il mese di agosto. Conosce diverse lingue, è gentile, educato e preciso. Da quando ha iniziato a lavorare con noi sembra far parte della nostra famiglia da sempre”.

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