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Manifestazione antimilitarista a Quirra, tensione con le forze dell’ordine

28 Aprile 2017 Cronaca, In evidenza 13
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Circa quattrocento manifestanti si sono dati appuntamento questa mattina a Quirra, a pochi chilometri dal Poligono Interforze Sperimentale nel territorio di Villaputzu sulla costa orientale. La rete A Foras ha deciso di celebrare così Sa Die de sa Sardigna, giornata del popolo sardo che ricorda i moti antipiemontesi del 1794.

Su tutte sventola la bandiera dei quattro mori ma ci sono anche bandiere arcobaleno e le sigle dei movimenti indipendentisti come Libe.r.u., Irs, Sardigna Libera, Sardigna Natzione. Tanti i rappresentanti del territorio.



 

“Ci siamo costituiti come cittadini parte civile al processo che si sta svolgendo a Lanusei (leggi qui) proprio sui danni ambientali al poligono di Quirra – spiegano alcuni abitanti del territorio riuniti sotto la sigla Kos – Kumone Otzastra Sarrabus – i disastri che l’attivita militare ha portato in questa zona sono già  noti e riconosciuti e il processo sta facendo emergere una realtà  ancora più  terribile.  È ora di riprenderci il nostro territorio”. Nessuno crede che la possibilità di convertire le esercitazioni militari in progetti aerospaziali, prospettata di recente dall’ultima commissione parlamentare di inchiesta, sia la strada giusta: “Sono solo operazioni di facciata – commentano ancora dal Kos – le esercitazioni militari continueranno anche se con un nome diverso”.

In prima fila Gavino Sale, ex consigliere regionale e leader di Irs: la sua attività contro le servitù militari è nota da anni. “Siamo qui ancora una volta per denunciare al mondo la brutalità che lo stato italiano infligge al popolo sardo – sottolinea Sale – e ci piacerebbe sapere quanto guadagna il governo nazionale con le servitù militari imposte alla Sardegna”.

Tra gli indipendentisti anche Bustianu Cumpostu di Sardigna Natzione: “La nostra battaglia contro le servitù militari va avanti da tempo: la grande partecipazione odierna è un ottimo segnale, i sardi stanno prendendo coscienza del fatto che i poligoni non portano economia ma al contrario limitano turismo e attività  agricole e causano gravi danni ambientali. Il caso di La Maddalena è esemplare”.

La manifestazione si è svolta senza scontri ma ci sono stati momenti di tensione. Gli organizzatori ieri sera hanno ricevuto nuove prescrizioni rispetto al programma originario: vietato lasciare il luogo del concentramento, al km. 79 della strada statale 125, la manifestazione deve avvenire ‘in forma statica‘. Sul posto oltre cento tra carabinieri, polizia locale, guardia di finanza e militari in assetto antisommossa. Chiuse le strade attorno allo spazio scelto per il raduno, lungo la strada ci sono diversi posti di blocco. Per oltre un’ora i manifestanti hanno cercato un compromesso con le forze dell’ordine per muoversi in corteo, come era stato programmato e comunicato alla Questura, lungo una strada comunale che costeggia le postazioni militari e arriva fino al mare. Il consenso è stato negato, impossibile avanzare o indietreggiare. Tanta l’amarezza tra i partecipanti, arrivati da tutta l’Isola per una protesta autorizzata solo a metà.

GUARDA LA PHOTOGALLERY

Per qualche istante, intorno alle 13, si è temuto lo scontro, ma la tensione è  stata attenuata dalla mediazione di alcuni manifestanti e da alcuni giovani che hanno portato piante e fiori e li hanno sistemati davanti allo schieramento delle forze dell’ordine. Il corteo lungo le strade del demanio militare alla fine non si è svolto ma l’assemblea A Foras ha deciso di riunirsi tra due settimane a Bauladu per definire nuove azioni di protesta.

I manifestanti arrivati da Cagliari hanno lasciato Quirra intorno alle 17: mentre salivano sul bus per rientrare in città c’è stato un piccolo scontro con le forze dell’ordine, senza conseguenze; il bus è stato poi scortato dai mezzi della polizia fino a Cagliari. 

In serata la Questura di Cagliari ha comunicato che nel corso di perquisizioni dentro alcune auto fermate mentre si dirigevano alla manifestazione sono state rinvenute una decina di tenaglie, fumogeni e cinque-sei corde dotate di rampini, arnesi che sarebbero serviti per buttare giù le reti della base ed entrare. Il materiale è stato sequestrato e cinque persone sono state denunciate.

Francesca Mulas

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