Stanno aumentando le richieste di certificato per l’isolamento domiciliare volontario, reso obbligatorio dall’ordinanza della Regione (leggi qui). Il problema è che con sempre maggiore frequenza viene scambiato per un permesso di esenzione dal lavoro. Invece per ottemperare all’isolamento volontario domiciliare bisogna mettersi in ferie o chiedere un congedo non retribuito. In ogni caso non è una competenza in capo ai medici di famiglia, perché non prevede il rilascio di alcun certificato, quindi nemmeno l’invio dello stesso all’Inps. Si tratta semplicemente di una richiesta che va inoltrata al proprio datore di lavoro, che non può opporsi, visto che c’è di mezzo la salute pubblica.
Altra cosa è il certificato di quarantena. In questo caso decide l’Ufficio di igiene pubblica, quindi la Assl territoriale. Ma il rilascio avviene unicamente per due motivi. Ne hanno diritto solo coloro che hanno contratto il virus o le persone entrate in stretto contatto con un infetto. Diversamente per stare a casa bisogna mettersi in ferie o chiedere il congedo non retribuito, come detto, perché si ricade nella fattispecie dell’isolamento domiciliare volontario. Il certificato di quarantena lo trasmettono sì i medici di famiglia, per via telematica, sia all’Inps che al datore di lavoro, dopo aver ricevuto l’indicazione da parte degli Uffici di igiene pubblica.
