Processo ‘veleni Quirra’, l’esperta: “Su cadavere pastore c’era pallina d’acciaio”

È andata avanti per otto ore nel tribunale di Lanusei la deposizione della fisica Antonietta Gatti, esperta di nanopatologia e consulente di diverse commissioni parlamentari sull’uranio impoverito, nella nuova udienza del processo sui cosiddetti “veleni” di Quirra nel poligono militare di Perdasdefogu. L’esperta ha riferito delle sue analisi dal 2004 fino al 2011 – in seguito all’incarico conferitole dal Pm Domenico Fiordalisi – condotte col microscopio elettronico a scansione. Analisi riferite a sessioni di agnelli malformati, a pazienti che si sono ammalati di patologie tumorali e matrici ambientali su cui erano presenti polveri inquinanti.

“Queste polveri – ha detto la dottoressa Gatti davanti al giudice monocratico Nicole Serra – sono le nanoparticelle di forma sferica che avevano una composizione chimica che poteva essere riferita e un inquinamento ambientale militare. Erano presenti sostanze come il piombo, l’ antimonio e polveri di acciaio molto invasive. Queste particelle non rimangono nei polmoni se respirate, o nelle feci se mangiate ma vanno a finire in tutte le parti del corpo. Sono polveri patogeniche derivanti dalle esplosioni ed è per questo che c’è un nesso tra queste e le malattie tumorali e le malformazioni degli animali”.

L’esperta, sottoposta all’esame dei Pm Biagio Mazzeo e Daniele Loi, ha ricordato i suoi studi sul cadavere di un allevatore morto 10 anni prima e fatto riesumare anni fa, dal Pm Fiordalisi: “All’interno del canale midollare della tibia ho trovato la testimonianza dell’inquinamento bellico che l’uomo aveva respirato e mangiato nel corso della sua vita – ha detto – trovai una pallina d’acciaio dentro l’osso, quel pastore era morto di leucemia”. Insomma, per la fisica “esiste una correlazione fra le patologie dei soldati e dei cittadini e l’inquinamento bellico, per via delle polveri che si generano dall’esplosione di bombe ad alta tecnologia o dall’insieme di bombe che si fanno brillare”. “Ma non c’è solo l’uranio impoverito – ha concluso – ci sono anche i danni causati dalle bombe ad alta tecnologia che quando esplodono generano altissime temperature e che provoca le patologie tumorali”. La prossima udienza è stata fissata per il 7 marzo, mentre l’esperta dovrà tornare in aula il 28 marzo per essere sottoposta all’esame delle parti civili e della difesa. Sul banco degli imputati otto comandanti che hanno guidato il Poligono dal 2004 al 2010, tutti accusati di omissione aggravata di cautele contro infortuni e disastri perché non avrebbero interdetto al pubblico le zone a rischio.

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