Si avvia al termine il processo per i morti e i danni causati dall‘alluvione del 18 novembre 2013 a Olbia e in Gallura. Secondo il calendario stilato questa mattina nel tribunale di Tempio entro due mesi dovrebbe arrivare la sentenza per gli imputati, tra i quali l’ex sindaco di Olbia, Gianni Giovannelli, e tre funzionari comunali, accusati di omicidio colposo, disastro ambientale e mancata attivazione delle procedure di allarme.
Oggi sono stati ascoltati i consulenti convocati dalla difesa. I tre esperti Elvezio Galanti, del dipartimento
nazionale di Protezione Civile; Francesco Cipolla, professore universitario e geologo e Claudio Sebastiani, consulente del Cnr, hanno illustrato l’analisi dei dati meteorologici, pluviometrici e storici relativi al momento dell’alluvione a Olbia. Il pomeriggio del 18 novembre 2013, secondo le analisi dei periti della difesa, c’è stata una concentrazione di pioggia tale – sia a Olbia centro ma soprattutto a monte, nella località Putzolu – da provocare un’onda anomala, che ha scaricato sul rio Siligheddu 2 milioni di metri cubi di acqua a fronte di una
capacità di tenuta di 100 mila metri cubi al massimo.
“Si è trattato di un evento che non ha precedenti nella storia di Olbia – ha spiegato l’avvocato Nicola Di Benedetto, difensore di Giovannelli -. Il dato importante evidenziato dai consulenti è l’eccezionalità della pioggia. Un evento che non poteva essere previsto. Infatti tutte le morti sono avvenute in zone della città non segnalate come a rischio”. Travolte dall’onda di piena del ciclone Cleopatra persero la vita 13 persone in Gallura (19 in tutta la Sardegna). Prossima udienza l’8 maggio.