Processo alluvione Olbia, in aula piange l’uomo che perse figlia e moglie

A tre anni esatti dall’alluvione che provocò in Gallura 13 vittime (19 in tutta la Sardegna), oggi si è tornati in aula a Tempio Pausania per il processo che vede sul banco degli imputati l’ex sindaco di Olbia, Gianni Giovanelli, il primo cittadino di Arzachena, Alberto Ragnedda, e quattro funzionari pubblici (leggi qui).

Questa mattina è stato sentito come teste Enzo Giagoni, l’ex poliziotto che il 18 novembre 2013 perse la figlia Morgana, di 3 anni, e la moglie Patrizia Corona, morte in una Smart travolta da un fiume in piena a Olbia. L’uomo ha ricostruito – in una drammatica deposizione durata 40 minuti – ogni istante di quella giornata, da quando alle 8 del mattino era stata accompagnata la figlia all’asilo, sino al suo ritiro alle 17 e poi quando alle 17.45 la loro auto, sotto una pioggia incessante, è stata inghiottita dal canale, portando con sé Morgana e Patrizia. Giagoni, accompagnato dal suo legale Giampaolo Murrighile, ha raccontato gli ultimi tragici istanti, quando ha cercato di buttarsi nel canale, nell’ultimo disperato tentativo di raggiungere moglie e figlia, ma era stato bloccato da altri soccorritori che, così facendo, gli hanno salvato la vita.

A novembre 2014 Giagoni ha ricevuto il premio Bontà

“Il mio assistito – ha spiegato l’avvocato – ha messo in evidenza come quella di tre anni fa fosse una giornata come tante altre, iniziata senza alcun allarme meteo, con le scuole aperte, nessuna barriera nei canali per evitare le cadute e con nessuno delle forze dell’ordine e della protezione civile che, nel pomeriggio, impedisse l’accesso in zona Bandinu, dove è avvenuta la tragedia”. La prossima udienza è stata fissata per il 12 dicembre.

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