Priorità del manager in piena pandemia: scovare chi sparla dell’ospedale Covid

In piena pandemia, proprio quando ci sono letti di fortuna nei corridoi e fuori la fila di ambulanze coi pazienti in attesa di ricovero, il manager dell’ospedale Covid di Cagliari ha trovato il tempo per istituire una “commissione di verifica e indagine interna”. Obiettivo: scovare chi sparla del polo sanitario di via is Mirrionis. La delibera, la numero 1591 del 20 ottobre, l’ha firmata il 20 ottobre il direttore Sergio Marracini.

Il documento è online sul sito dell’Ats, l’azienda per la tutela della salute a cui fa capo anche l’ospedale del capoluogob (qui la versione integrale). Sono sei pagine in tutto. Nella terza c’è scritto: “Dato atto che a mezzo stampa e sui social network, sempre più frequentemente, vengono pubblicate notizie false, relative alla situazione pandemica Covid-19 e a presunti contagi del personale dipendente all’interno delle strutture sanitarie”, ecco la decisione di costituire la commissione. E ancora: “Considerato che la diffusione di dette affermazioni false, talvolta viene attribuita a personale dipendente e considerato che i commenti sui social network hanno una diffusione capillare potenzialmente illimitata, si ritiene che, soprattutto in questo momento particolare di aggravamento della pandemia, possa creare ulteriore preoccupazione per la popolazione”.

Ora: Marracini fa benissimo a tutelare la reputazione della struttura ospedaliera che la politica gli ha affidato (alla guida del Santissima Trinità è stato nominato una prima volta il 5 marzo 2019 dalla politica, in quota centrosinistra e non dall’Udc come erroneamente all’inizio, poi lo scorso settembre è risultato vincitore di una selezione pubblica, qui la rettifica). Ma un manager di primo piano dovrebbe sapere che per punire la diffusione di notizie false c’è già il reato di diffamazione a mezzo stampa, valido anche per i social. Quindi non si capisce la necessità di una commissione definita di “indagine interna”. Che in lingua italiana significa una cosa precisa: i componenti del nuovo organismo devono vigilare anche e soprattutto su chi lavora nell’ospedale.

Non è tutto. La nuova super commissione non è una roba da nulla. Sono addirittura sei le persone cui spetterà controllare i giornali e i social. Questi i nomi dei prescelti, a cominciare dal presidente che è Francesco Roggiero, collaboratore amministrativo della direzione. Poi ecco Edmondo Cammi, dirigente medico del lavoro; Gesuino Balloi, dirigente del Servizio professioni sanitarie; Roberta Porceddu, dirigente medico di direzione di presidio, è scritto ancora; Katia Di Michele, collaboratore amministrativo; Francesco Porcu, collaboratore professionale.

L’istituzione della commissione ricorda abbastanza da vicino la caccia alle streghe che a inizio pandemia era stata aperta dalla Giunta di Christian Solinas contro le Assl. In quell’occasione fu la Regione a impedire alle singole aziende sociosanitarie di gestire l’informazione sulla diffusione del Covid (leggi qui). Tanto che presero posizione sia l’Ordine dei giornalisti che l’Associazione della stampa sarda (ma non successe nulla). Un mese dopo il divieto di diffondere sui social informazioni sul Covid venne imposto a tutti i dipendenti dall’Azienda ospedaliero-universitaria di Sassari (qui la cronaca). Adesso la commissione d’inchiesta interna al Santissima Trinità, il polo sanitario di riferimento per la cura del coronavirus in tutta la Sardegna. Da dove ogni giorno vengono fuori notizie tutt’altro che rassicuranti, per esempio sui carichi di lavoro estenuanti a cui il personale sanitario è costretto. Un tema, questo, che c’entra molto con “l’onorabilità” che Marracini vuole difendere. Ma nella delibera non c’è traccia di questo problema.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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