Porto di Cagliari in crisi, i sindacati: “Subito tavolo nazionale su vertenza”

“La vertenza del Porto canale di Cagliari deve essere rilanciata su basi nuove e collocata nel livello nazionale, al pari di quelle di Gioia Tauro e Taranto. Non chiediamo sussidi ma un progetto complessivo di potenziamento finalizzato allo sviluppo e all’occupazione”. È il disperato grido d’allarme lanciato dai sindacati dei 400 lavoratori dell’infrastruttura industriale del capoluogo sardo, ormai ferma da tempo, sia durante un sit-in davanti al Consiglio regionale sia durante un incontro con i capigruppo di maggioranza e opposizione. “Abbiamo sollecitato l’istituzione di un’agenzia di transhipment come avvenuto in altre realtà portuali – spiega William Zonca della Uiltrasporti -. Un percorso dal quale non si può tornare indietro, anche condividendo un documento con l’Autorità di sistema portuale nella persona del presidente Massimo Deiana, e riteniamo che ci debba essere un tavolo interministeriale per far sì che venga definito un testo che poi deve essere condiviso con i parlamentari sardi, per tutelare queste professionalità, anche in prospettiva, e rilanciare il porto di Cagliari come terminal container”. E domani, in occasione della visita istituzionale in Sardegna, la viceministra al Mise, Alessandra Todde, ha annunciato che incontrerà intorno alle 17.30 circa una delegazione sindacale di Porto canale all’aeroporto di Cagliari proprio per discutere della vertenza che oggi è stata al centro di un faccia a faccia in Consiglio regionale.

“Sui problemi del Porto canale di Cagliari esiste una volontà comune del Consiglio che deve entrare a far parte di una strategia condivisa in grado di rappresentare concretamente la proposta unitaria della Sardegna”, ha detto il presidente dell’Assemblea sarda, Michele Pais, al termine dell’incontro con i rappresentanti dei lavoratori. “Giunta e Consiglio finora hanno fatto la loro parte – ha assicurato l’assessora al Lavoro, Alessandra Zedda – ma, purtroppo, l’emendamento dei parlamentari sardi al quale hanno lavorato con grande impegno Emilio Floris e Giuseppe Cucca è stato inserito in provvedimento anti-Covid con la durata limitata a sei mesi. Bisogna fare di più – ha proseguito – per raggiungere un risultato di prospettiva, la costituzione di una Agenzia che faccia rientrare i lavoratori in qualunque attività si svolga al porto ed assicuri agli stessi percorsi di formazione qualificata.

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