Pesca di frodo, l’assalto al mare sardo. Sequestri triplicati, è record in Italia

Una strage. I mari della Sardegna, numeri alla mano, nell’ultimo anno sembrano essere diventati il far west della pesca in Italia. Primato assoluto di prodotti ittici sequestrati. O, forse, quelli sardi sono i mari più controllati dello Stivale. Fatto sta che in un anno nell’Isola la pesca di frodo ha più che triplicato il suo conto: 129mila i chili di pesce sequestrati contro i 40mila del 2017 (qui il report precedente). Tonno rosso, molluschi, ricci e altri pesci, presi in spregio alle norme che tutelano le specie e regolamentano i periodi in cui è permesso pescare in modo da permettere la sostenibilità dell’ecosistema marino. [Prosegue dopo il grafico]

Un triste primo posto che si inserisce in un quadro nazionale in controtendenza. I dati sono contenuti nell’annuale report ‘Mare monstrum’ stilato da Legambiente che fa i conti con i nemici del mare: inquinamento, cemento sulle coste, ‘pirati’ della navigazione e appunto pesca di frodo. Una medaglia del disonore quest’anno per la Sardegna che guadagna il primo posto tra le Regioni costiere italiane per quanto riguarda i prodotti ittici sequestrati: 127mila 544 chili tra pesce, caviale, salmone, tonno rosso e datteri; 1.817 chili di molluschi; 4 di novellame per un totale di 129.365 chili. Fanno meglio di noi la Campania (115.869), la Puglia (104.584), la Sicilia (100.260), la Liguria (77.067) e a scendere tutte le altre. E pensare che l’anno precedente la Sardegna era posizionata al quinto posto con 40mila 634 chili prodotti ittici sequestrati (dei quali 14.510 chili erano crostacei e molluschi). Per quanto riguarda la pesca di frodo sono state registrate 278 infrazioni, denunciate 248 persone e effettuati 55 sequestri. [Confronta le tabelle]

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La situazione migliora sugli altri fronti. Nella ‘classifica del mare illegale’ da noi sono state accertate 978 infrazioni (il 4,8% del totale), 1.562 persone sono state denunciate o arrestate, i sequestri sono stati 208. Proseguendo con ordine, l’approfondimento di Legambiente passa in rassegna il fenomeno del mattone selvaggio lungo le coste, preoccupante soprattutto nel sud Italia. Non così tanto in Sardegna dove ci sono 0,6 infrazioni ogni km di costa contro una media nazionale di 2,8. Tuttavia fenomeni di illegalità non mancano: sono 311 gli illeciti accertati. [Prosegue dopo la tabella] [metaslider id=811430]

Capitolo ‘mare inquinato’. A proposito il report cita la Commissione europea secondo la quale “620 agglomerati in 16 regioni (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria, Valle d’Aosta e Veneto) violano le norme europee sugli obblighi di raccolta o trattamento delle acque reflue urbane. L’Italia non rispetta le norme dell’Ue in queste regioni da oltre 13 anni, con notevoli rischi per l’ambiente e la salute umana in un gran numero di agglomerati”. Nel 2019 in Sardegna, nota per il mare cristallino nonostante ci siano alcuni punti inquinati ben identificati, le infrazioni accertate sono state il 4,3% del totale. 

Andrea Deidda

 

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