Sono settimane di angoscia per la famiglia di Venerio Pilloni, il pastore di 58 anni scomparso nel nulla da Sanluri dove viveva e lavorava in un’azienda agricola. Le indagini dei carabinieri proseguono, le ricerche pure ma dell’uomo nessuna traccia. E la vicenda sembra assumere le sfumature di un giallo. “Di recente abbiamo ricevuto un messaggio anonimo – dice Raffaele Rossu, nipote 39enne che vive in Germania e che parla con Sardinia Post a nome dell’intera famiglia -. Diceva: se sapeste con chi era al telefono capireste tutto”. Sciacallaggio di chi gioca con i sentimenti delle persone o l’indicazione di una possibile pista?
Dell’uomo non si hanno notizie dal 4 febbraio. Pilloni è dipendente di un’azienda della borgata agricola di Sanluri Stato. I carabinieri mantengono riserbo sulle indagini ma l’ipotesi è quella della “scomparsa volontaria”, di un allontanamento deciso dall’uomo per ragioni non chiare. La famiglia però non ci crede. “Mio zio – ricostruisce Rossu – quel giorno è andato a pranzo con delle persone che non conosciamo e che con noi non si sono fatte sentire. Poi ha bevuto un caffè con mio zio, gli ha detto che sarebbe tornato a casa – l’alloggio glielo forniva l’azienda – per prepararsi per una cena. Sappiamo solo che poi il giorno dopo non si è presentato al lavoro e il suo capo ha dato l’allarme. Noi abbiamo saputo qualcosa solo lunedì”.
Quello che la famiglia riesce a sapere è che l’uomo si sarebbe recato in un albergo vicino a piazza Matteotti a Cagliari. Sui social esce la foto di Pilloni e qualcuno che lavorava nell’hotel contatta i familiari dicendo che sì, il pastore si trovava lì fino a poco prima. Aveva passato la notte in albergo. Secondo quanto riferisce il dipendente dell’hotel, Pilloni avrebbe manifestato l’intenzione di partire in Germania. “Ma lo escludiamo – dice il nipote -. Innanzitutto non risulta che sia partito, le verifiche lo avrebbero confermato. In secondo luogo qui viviamo io e mia sorella e in Germania c’è anche una mia cugina. Se fosse voluto venire qui avrebbe sicuramente trovato il modo, ci avrebbe avvisati. Anzi: diceva che a breve sarebbe andato in pensione e che una volta a riposo sarebbe venuto a trovarci”.
Un altro dettaglio lascia sgomenta la famiglia. Il lunedì viene trovata la sua macchina vicino alla stazione di San Gavino. Quando i carabinieri sono andati a controllarla l’auto non c’era più. È stata ritrovata il giorno dopo abbandonata non lontano dall’azienda dove lavorava. “E lì vicino un mio cugino ha trovato una busta col cellulare rotto, senza la sim”, dice il nipote. “Era lo zio giocherellone, amico di tutti. Un suo collega mi ha detto che era tranquillo, non aveva notato niente di diverso in lui. Abbiamo anche avuto paura che magari avesse avuto una depressione di cui non ci eravamo accorti, ma sembra proprio di no. Quello che ci lascia in angoscia è non sapere chi possa aver spostato la macchina”. E lancia un appello, a nome della famiglia (che è seguita anche dall’associazione Penelope scomparsi in Sardegna): “Contattateci se avete informazioni che ci possano aiutare a ritrovarlo”.