Parco geominerario, “esame di riparazione” nel 2014. Ma l’Unesco ha già bocciato la gestione regionale

Ma allora il Parco geominerario è stato bocciato o no dall’Unesco? Secondo Nickolas Zouros, coordinatore di European Geoparks Network, non è stato proprio bocciato, ma rimandato. La decisione definitiva sarà presa nel marzo 2014. Secondo il segretario della Camera del lavoro della Cgil Roberto Puddu che aveva dato la notizia della bocciatura la scorsa settimana, nel corso di un convegno – questo “cartellino giallo” equivale nella sostanza a una “sonora bocciatura”. “Una bocciatura – dice Puddu – della non-politica attuata nella gestione diretta del Parco, ma soprattutto, di quella regionale. Il commissario Antonio Granara non è stato capace, o forse questo era il preciso disegno, neppure di spendere quanto aveva a disposizione ed è riuscito addirittura a farsi bocciare dai revisori dei conti il suo personale “premio” sulla redditività. La verità – denuncia il sindacalista – è che i commissari regionali sparsi negli enti di tutta la Sardegna sono i proconsoli di Cappellacci: dove non potevano occupare, hanno commissariato”.

Franco Pinna,sindaco di Orani, ed ex direttore dell’area centro Sardegna, ha segnalato l’allontanamento di tutti i direttori e la chiusura delle sedi periferiche. Atti che hanno dato il loro contributo al cosiddetto “cartellino giallo”. E Puddu ne condivide l’amarezza: “Mi auguro che il sindaco Pinna venga imitato e seguito nella protesta anche dalle altre comunità per cercare di evitare l’ennesima tragedia ai danni della Sardegna”. “Il problema –  prosegue il sindacalista – infatti non riguarda solo il Parco geominerario ma tutte le bonifiche delle aree minerarie finanziate con milioni di euro e mai realizzate, col risultato che il patrimonio immobiliare minerario che cade a pezzi. E riguarda anche il Piano Sulcis, che resta una chimera”.

Un fatto è certo: se l’esame di riparazione non fosse superato e il Parco fosse espulso dalla rete dei Geoparks dell’Unesco, saremmo davanti ad un danno d’immagine enorme per tutta l’Isola e si perderebbe la possibilità di agganciare una parte degli 80 milioni di turisti (dati  Geoparks) che ogni anno decidono di visitare i parchi della rete.

“Già nel 2004 – commenta l’ex dirigente del Parco Sandro Mezzolani – il Geoparco fu escluso dalla Rete perché l’Ente, allora guidato dall’ex assessore all’Ambiente Emilio Pani, nemmeno rispondeva alle raccomandate dell’Unesco. Tra il 2006 e il 2007, i salti mortali per riottenere il riconoscimento. Nel frattempo, infatti, l’Unesco aveva posto tutta una serie di condizioni per il rientro: il Geoparco avrebbe dovuto fare attività nelle scuole, dotarsi di cartellonistica e segnaletica, utilizzare la doppia lingua nel materiale informativo e curare le aree periferiche. Altra cosa importante: i siti recuperati dovevano essere aperti al pubblico. Insomma, il parco doveva essere gestito all’insegna della cultura, non del calcestruzzo. E qualcosa si fece: venne finanziata la segnaletica e si crearono i presidi d’area, erano otto. Ma nel 2009 arriva Nino Granara alla guida del parco e sopprime i responsabili d’area. Non si fece più neanche la segnaletica”.

La magnificenza dei luoghi (“Fantastic!”, ha esclamato l’ispettore dell’Unesco Richard Watson  a conclusione della visita effettuata a luglio) non basterà da sola a far cancellare il “cartellino giallo”. E la dichiarazione di Nickolas Zouros non allontana il pericolo che a marzo possa arrivare il cartellino rosso. In definitiva, il Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna, il primo a essere istituito in Europa dall’Unesco per le sue notevoli valenze culturali, ambientali e storiche , nel lontano 1997, è diventato un sorvegliato speciale.

“Il supplemento d’istruttoria richiesto alla commissione di valutazione “ non è stato, solo, uno schiaffo alla Sardegna: è stato uno schiaffo all’Italia, a tutti noi – scrive Alessandro Baldasserini su Heart on Earth. Un sonoro ceffone a mano aperta, stampato sulla guancia del Ministro dell’Ambiente, e del Presidente della Regione, principali responsabili di quanto avvenuto. Una sberla a Granara, ma anche a tutti coloro che in questo progetto credevano e continuano a credere”.

L’unico apparentemente tranquillo è proprio Antonio (Nino) Granara che, serafico, ha dichiarato a Heart on Earth: “Non sono né sorpreso né deluso per la decisione della Commissione. Speravo in un cartellino verde, pur conscio delle difficoltà presenti. Prendiamo atto delle richieste di chiarimento che ci sono state comunicate verbalmente, e che saranno nei prossimi giorni formalizzate, con la speranza di poter dare risposte esaurienti”.

Carlo Martinelli

 

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