Omicidio nelle campagne di Genoni: vittima coinvolta in sanguinosa rapina

C’è una rapina finita nel sangue a seguito di un conflitto a fuoco tra banditi e forze dell’ordine nel passato di Roberto Vinci, l’allevatore di 48 anni ucciso ieri sera in un agguato nei pressi del suo podere a Genoni, nel sud Sardegna. Il fatto risale alla notte tra il 10 e 11 gennaio del 2002, quando fu assaltato un distributore di benzina alla porte di Ales, in provincia di Oristano. Roberto Vinci e il suo complice Giuseppe Serra furono catturati dai carabinieri nel giro di 48 ore (Vinci venne anche gravemente ferito) e trasferiti in carcere con l’accusa di rapina ma soprattutto con quella di avere provocato la morte di Antonio Tuveri, gestore dell’area Q8, ucciso da una pallottola sparata dalle armi dei carabinieri durante l’inseguimento e il conseguente conflitto a fuoco lungo la strada per Curcuris-Simala.

Per coprirsi la fuga i due malviventi presero in ostaggio Tuveri, costringendolo a sdraiarsi sul sedile posteriore della loro auto, poi bersagliata dai colpi esplosi dagli uomini dell’Arma. Vinci e Serra furono condannati in primo grado dal gup di Cagliari rispettivamente a 30 e 19 anni di reclusione per un reato che raramente viene contestato in un processo per rapina e tentato omicidio: il sequestro di persona a scopo di estorsione. Le pene vennero poi ridotte in appello a 20 anni per Vinci e a 15 per Serra. Dopo un lungo periodo di detenzione, Vinci ottenne una serie di benefici che attenuarono il regime carcerario fino alla completa liberazione per aver espiato totalmente la pena.

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