A Olbia, nei cassetti del Comune, c’era un documento importante ma dimenticato, o meglio nascosto. Si tratta del Pai, Piano di assetto idrogeologico, una carta che dovrebbe indicare quali sono le zone a rischio della città, quali quelli dove non si può costruire, pena la salvaguardia di persone e case. A un anno dalla strage causata dal ciclone Cleopatra in Sardegna e in particolare in Gallura, la Procura di Tempio Pausania sta valutando lo strano caso del Piano che avrebbe potuto salvare vite umane o indirizzare meglio la crescita disordinata della città. Una vicenda che sembrava marginale nell’ambito dei filoni più vasti che coinvolgono centinaia di indagati anche per le costruzioni realizzate a ridosso dei canali, in cui poi morirono delle persone.
I ritardi, le dimenticanze. L’iter del Pai non è stato cristallino. Secondo quanto si legge su La Nuova Sardegna oggi in edicola l”incarico sarebbe stato assegnato senza bando a un professionista cagliaritano, l’ingegner idraulico Michele Territo nel 2008. Sei mesi per la consegna e 160mila euro di compenso. I ritardi si sono moltiplicati e il Piano è arrivato sulle scrivanie del Comune solo nel 2011 e senza l’ok, necessario, da parte di un geologo. Poi è stato dimenticato, semplicemente. Infine rifiutato: inutile. Eppure sulla carta, a integrazione del Puc, erano segnate le zone più pericolose quelle rosse del centro storico. Come via Belgio, Lazio e Romania: nella prima morirono in due, madre e bimba di appena due anni, la piccola Morgana. E poi c’erano le macro-aree di espansione, considerate a rischio. Un’ipoteca pesante sul futuro edilizio di Olbia, da qui i sospetti dell’accantonamento per interessi speculativi.
Al momento l’unico indagato è proprio il progettista che ha parlato dei vari rapporti con i suoi referenti in Comune. Secondo L’Unione sarda nel report consegnato dagli uomini della Forestale al procuratore capo Domenico Fiordalisi sulla vicneda spuntano anche i nomi del sindaco Gianni Giovannelli, del suo vice Carlo Careddu (assessore all’Urbanistica), di Giorgio Spano, presidente della Commissione urbanistica, Tino Azzena ufficio tecnico del Comune e del suo predecessore Antonello Zanda. Segnalati per presunte omissioni.