Dopo il voto di fine maggio: così era stato preannunciato e così sarà. E infatti a metà giugno, attorno al 15, verrà resa nota la lista delle dieci aree nazionali idonee, le candidate ideali per ospitare il sito di stoccaggio dei rifiuti nucleari. Scorie stoccate sia nelle centrali dismesse dalla fine degli anni ’80, sia finite all’estero. I criteri che la Sogin (società di Stato incaricata dello smantellamento) sono stati dettati dall’Ispra, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale e sono noti. Ora la lista dei territori (non singoli comuni), in mano al ministero all’Ambiente dovrà essere pubblica, ne riferirà direttamente il premier Matteo Renzi. E già da tempo è in corso la battaglia preventiva, in Sardegna e non solo. Per domenica prossima è già previsto il No-Nucle Day e l’Anci regionale ha chiamato i Comuni alla ribellione.
Ma i tempi sono lunghi per la scelta definitiva. Anche perché la strategia è nuova: si punta alla collaborazione e anche al “volontariato”. Ossia si darà spazio, e consenso, ai territori che si autocandideranno – purché comunque idonei. Proprio per evitare scontri duri con la popolazione e gli Esecutivi regionali che non porterebbero a ulteriori lungaggini e magari a un nulla di fatto. Sul piatto ci sono i posti di lavoro, 400 per la costruzione dell’impianto più annesso parco tecnologico, buste paga che saranno tagliate a regime, più l’indotto. E ancora sconti per le bollette per i residenti e il bonus infrastrutture. Basterà a convincere i potenziali candidati? Sull’Isola grava il suo essere terra non sismica, poco popolata ma reduce addirittura da un referendum consultivo plebiscitario per il “No” (voluto dall’ex governatore Cappellacci nel 2011): una campagna mediatica che raggiunge consensi bipartisan, non solo delle sigle indipendentiste e ambientaliste. Lo stoccaggio scorie è interpretato come una nuova servitù, da aggiungere all’ingombrante presenza delle basi militari. Il ministro all’Ambiente Galletti nell’ultima visita all’Isola aveva tranquillizzato gli animi, o almeno, aveva fatto un tentativo.
Il rebus delle quantità. Intanto, come denunciato tempo fa da Vincenzo Migaleddu (presidente di Isde–Medici per l’ambiente Sardegna) i dati riguardanti la quantità di scorie da stoccare non sono omogenei. La Sogin e l’Ispra, interessate a vario titolo, hanno diffuso numeri diversi. Un evidente neo nell’operazione trasparenza che si vuole portare avanti.