Nasce sull’elicottero a La Maddalena, nell’isola monta la protesta delle donne

Una donna maddalenina è stata costretta a partorire in volo perché nella sua isola non è più possibile partorire. Il punto nascita dell’ospedale Paolo Merlo non è operativo. La piccola Carlotta sembra essersi ribellata all’idea di nascere lontano dall’arcipelago ed è venuta alla luce sull’elicottero che stava trasportando la madre verso l’ospedale di Olbia. Madre e figlia stanno bene, la loro avventura ha colpito al cuore tante persone, ma tra gli isolani-isolati della Maddalena la gioia ha lasciato spazio alla rabbia. Si è subito riaccesa la ‘battaglia dei pancioni’, la protesta delle donne che chiedono di poter partorire nell’ospedale cittadino.

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“Una disavventura con lieto fine, ma quante volte ancora dovremo affidarci alla fortuna? – chiede Stefania Terrazzoni, portavoce del gruppo di madri che rivendicano il punto nascita -. È sconcertante che la politica non riconosca la nostra peculiarità di isola. In questi casi particolari non si può ragionare soltanto con numeri. La Sardegna paga la propria sanità, non dobbiamo attendere fondi nazionali: chiediamo all’assessore Fasolino di recuperare i fondi per mettete in sicurezza il nostro ospedale”. La portavoce delle mamme-pancione si rivolge all’assessore al Bilancio, ma lancia un appello anche al governatore. “Chiediamo al presidente Solinas che il nostro ospedale venga prima messo in sicurezza e poi venga richiesta la deroga al Ministero – conclude – da sardista pensiamo che, più di ogni altro, capisca l’importanza di condurre battaglie per chi il problema dell’insularitá lo vive due volte“.

Se i sardi possono provare disagi per il distacco dalla terraferma, i maddalenini sopportano il peso doppio del vivere in un’isola nell’isola. Da quando non è più attivo il punto nascita del Paolo Merlo, le donne in procinto di partorire sono costrette a trasferirsi a Olbia e vivere lì le ultime fasi della gravidanza. Lo spostamento non è facile, le donne incinte devono prendere il traghetto, dove viene sempre riservato loro un posto in prima fila davanti alla passerella, e poi affrontare le curve della strada che da Palau passa per Arzachena e porta a Olbia. In caso di emergenze questo collegamento è garantito dalle ambulanze del 118, ma ci sono situazioni ancora più delicate in cui i minuti sono preziosi. Così è capitato ieri pomeriggio a una donna maddalenina che aveva già le contrazioni e non c’era il tempo di percorrere quel tortuoso tragitto. Da Olbia è arrivato l’elicottero per trasportarla all’ospedale Giovanni Paolo II, ma la piccola Carlotta è nata prima dell’atterraggio.

“Con questo parto in aria penso si sia toccato il fondo: è inutile fare battaglie sul principio di insularità se non siamo in grado di tutelare le nostre isole minori – denuncia Michela Piras, un’altra esponente del ‘gruppo dei pancioni’ -. Cagliari tratta La Maddalena come Roma tratta la Sardegna, è un’assurdità ma è proprio così. Come si può pensare di sospendere un punto nascita di un’isola minore, che ha funzionato senza problemi fino al giorno prima, mascherando la mannaia dei tagli alla sanità con ragioni di mancanza di sicurezza? Tutto questo è vergognoso“.

“Il deputato Eugenio Zoffili ha preso degli impegni importanti con la nostra città, ma non possiamo attendere oltre – commenta un’altra donna maddalenina, Anna Cuneo -.  L’episodio di una mamma che partorisce in elicottero, quando esiste un ospedale in città, non è degno di un paese civile. Chiediamo all’assessore Nieddu di ascoltare la gente, non i dottoroni che remano contro il nostro ospedale per potenziare quello della loro città”.

Marcello Zasso

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