Movimento antimilitarista, dopo il blitz a Cagliari riprende la mobilitazione

Computer, manifesti, documenti ma anche magliette, bombolette spray, cd musicali: è quanto sequestrato il 4 marzo scorso dalla Polizia di Cagliari durante un blitz compiuto contro tre giovani antimilitaristi cagliaritani. Il motivo? Trovare le prove dei due reati contestati ai ragazzi: vilipendio alle Forze Armate e diffusione di documenti militari. A distanza di tre settimane dall’operazione Mauro Aresu, uno dei tre sotto indagine, affida a una nota pubblica le sue amare riflessioni su questa vicenda da cui non è ancora uscito: l’accusa non è caduta e le indagini continuano, anche se sui tre non è stato disposto alcun fermo. E il movimento, nel frattempo, si prepara a riprendere la lotta contro le servitù militari nell’Isola.

“Sono passate un paio di settimane da quando io e i miei coinquilini siamo stati svegliati dalla Polizia Militare di via Torino – scrive Aresu – per procedere ad una perquisizione della mia abitazione e del circolo che ormai da quasi due anni anima via Molise nella zona universitaria. Posso quindi permettermi di riavvolgere il nastro e spiegare quanto è successo quel giorno. Partiamo dalle accuse. La prima è quella di vilipendio, non varrebbe nemmeno la pena commentarla, dovremmo andare a descrivere un PM fin troppo solerte ed un Generale un po’ permaloso che chiede alla magistratura di mettersi a difesa della sua onorabilità”.

Il reato di vilipendio alle Forze Armate è previsto dall’articolo 290 del Codice Penale, che dice: “Chiunque pubblicamente vilipende la Repubblica, le Assemblee legislative o una di queste, ovvero il Governo o la Corte costituzionale o l’ordine giudiziario, è punito con la multa da euro 1.000 a euro 5.000. La stessa pena si applica a chi pubblicamente vilipende le Forze Armate dello Stato o quelle della liberazione”.

Il secondo capo d’accusa, ricorda Aresu, riguarda la diffusione di documenti militari: “Si cerca il calendario delle esercitazioni che una ‘talpa’ del Co.Mi.Pa. (Comitato misto paritetico, ndr) avrebbe consegnato agli amministratori della pagina Facebook del Comitato studentesco contro l’occupazione militare della Sardegna. Qualcuno del comitato paritetico avrebbe consegnato un documento non segreto che poi noi avremmo provveduto a divulgare tramite la rete. Un gran bel film uscito da Hollywood con tanti ingredienti che dovrebbero garantire un buon risultato: intelligence, spionaggio, i militari, i ribelli etc etc.”

In realtà il documento che contiene il calendario delle esercitazioni militari sui poligoni in Sardegna non è un documento segreto, come ha ricordato il consigliere comunale di Cagliari Enrico Lobina: si tratta di un atto a uso ufficio che si può avere con un normale accesso agli atti negli uffici di competenza. “La richiesta è stata motivata con esigenze di divulgazione e condivisione esplicita – ha sottolineato Lobina – e gli uffici preposti ci hanno fornito la documentazione senza mai fare menzioni a particolari segretezze o riservatezze”. Nessuna ‘talpa’ dentro il Co.Mi.Pa., ma semplice, banale trasparenza. Come ha notato anche il Comitato gettiamo Le Basi, il calendario è stato diffuso e condiviso su web da tanti cittadini e organizzazioni, non solo dal gruppo Comitato studentesco contro l’occupazione militare della Sardegna.

“Il senso di questa azione ancora stentiamo a capirla – sostiene Aresu –  ma il Pm è uomo importante, ha condotto diverse indagini per antiterrorismo e antimafia, saprà di sicuro il fatto suo”. Il Pm avrebbe potuto risalire a chi richiese quel documento ma, scrive Aresu, “sarebbe stato troppo facile, l’impatto mediatico non sarebbe stato lo stesso. Se poi fosse addirittura andato a controllare indietro nel tempo, si sarebbe addirittura accorto che la Regione Sardegna aveva pubblicato sul suo sito l’intero calendario delle esercitazioni. Infatti, pubblicare quel documento non è reato”.

Secondo Aresu l’intera operazione sarebbe “Un film di serie infima, una bufala in ogni sua parte orchestrata sulla pelle di persone in carne ed ossa. Non stento a credere che prima o poi questi stessi personaggi orchestreranno una grande operazione anti terrorismo che andrà su tutte le prime pagine dei giornali, come già fatto in diversi casi, che si rivelerà successivamente un buco nell’acqua”.

Una nota positiva, dopo il blitz delle forze dell’ordine, è per Mauro Aresu la solidarietà ricevuta da amici, conoscenti, da cittadini e dal movimento antimilitarista. “Tutta questa solidarietà ci ha spinto a continuare il lavoro che abbiamo intrapreso ormai un anno e mezzo fa all’indomani della storica manifestazione di Capo Frasca. Già da domani saremo in giro per la Sardegna con un nuovo tour, in giro per i quattro angoli della nostra amata e martoriata terra a dialogare con tutte realtà che in questi anni si sono mossi per combattere la presenza dei militari”.

Intanto il Comitato contro l’occupazione militare ha appena firmato un nuovo documento di intenti in vista di una nuova mobilitazione. Obiettivo del movimento è la chiusura e dismissione delle basi militari e la  restituzione dei territori alle popolazioni con bonifiche adeguate e un risarcimento danni.

Francesca Mulas

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