Monte Pino, un cantiere in abbandono. Lavori sospesi e futuro ancora incerto

Dal maggio scorso operai e mezzi dell’impresa ‘Imp Costruzioni Generali’ di Carloforte hanno abbandonato il cantiere aperto sulla voragine di Monte Pino, dove nell’alluvione del 18 novembre 2013 persero la vita tre persone ed una quarta, una giovane sopravvissuta, dopo essere stata miracolosamente salvata da quell’inferno di fango e acqua, porterà a vita sul corpo e nella psiche i segni di quella notte di terrore.

Una strada squarciata dalla furia dell’acqua che allungato i tempi di percorrenza tra quanti si spostano dalla Gallura montana a quella costiera, creando enormi disagi all’intera popolazione. Problemi collettivi che l’Anas, subentrata alla Provincia nella ricostruzione di quell’arteria vitale per il nord Sardegna, riteneva d’aver risolto agli inizi del 2018 affidando l’appalto, al ribasso, all’impresa di Carloforte. Ma giunta a pochi mesi dalla consegna dell’opera – stando ai capitolati d’appalto avrebbe dovuto essere consegnata il 30 settembre 2019 – e dopo aver effettuato poco più del 30 per centro delle infrastrutture sbancando mezza collina l’impresa si è defilata, pur avendo vinto un appalto da 4 milioni e 86mila euro lievitati in corso d’opera, parrebbe, a 5 milioni e 800 mila euro.

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Sin qui la sintesi di 16 mesi di lavori iniziati nel febbraio del 2018 e sospesi, inspiegabilmente, nel maggio del 2019. Difficile ottenere spiegazioni dalla ormai ex azienda appaltatrice, al cui numero ufficiale nella sede di Carloforte risponde il nastro magnetico della Telecom che annuncia un numero inesistente, tantomeno cercare di avere notizie sull’attuale iter burocratico all’Anas, il cui centralino squilla e una voce registrata ti lascia in attesa per ore.

Su quella che si annuncia come l’ennesima incompiuta gallurese l’Anas, sede regionale, ha annunciato nel settembre scorso “d’aver avviato la procedura di risoluzione del contratto nei confronti dell’impresa appaltatrice Imp Costruzioni Generali di Carloforte e che prevede di ultimare le attività relative alla redazione dello stato di consistenza entro la fine del prossimo mese di ottobre. Successivamente, sarà possibile interpellare la seconda impresa in graduatoria e quindi si potrà procedere alla stipula del contratto di subentro e alla ripresa dei lavori. Risoluzione che si è resa necessaria a causa delle inadempienze della ditta affidataria e del progressivo rallentamento dei lavori”.

Come accade in Italia l’impresa appaltatrice avrebbe (il condizionale è d’obbligo) appellato la decisione dell’Anas davanti alla magistratura, mentre da parte della seconda azienda che aveva partecipato alla gara d’appalto, una Ati (associazione temporanea d’impresa) è stata resa nota una doverosa precisazione che pone giusti limiti all’accettazione dell’incarico. “Al momento – dicono i
responsabili della Ppt srl – non ci sono pervenute dall’Anas richieste formali. Quando questo avvenisse sarebbe necessario rivedere i piani d’intervento e i costi necessari per il completamento dell’opera, che sono sicuramente ingenti considerato che per ricostruire a norma quel tratto di arteria appare altamente difficoltoso e impegnativo”.

Gianfranco Pinducciu, il sindaco di Telti nel cui territorio ricade il tratto di strada interessata, è all’oscuro di quanto si sta predisponendo attualmente all’Anas: “Dopo il sopralluogo di un deputato del Movimento cinque stelle, di un rappresentate della Regione e della responsabile dell’Anas che, nel settembre scorso, hanno accertato il blocco dei lavori, non ho più a saputo nulla. Di certo quella strada è indispensabile per l’intera Gallura, e da anni chiediamo che venga riaperta al traffico”. Del caso si è occupato il movimento civico ‘Caminera Noa‘ e il Comitato pro Monte Pino che raggruppa tanti cittadini di diversi centri della Gallura. Le loro manifestazioni di protesta hanno alzato il velo sul disinteressa di Anas, Regione e provincia. Ma la situazione, al momento attuale, resta senza soluzione.

Giampiero Cocco

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