Ministero: ‘Ricoveri Covid in aumento’. Sardegna al limite con zone arancioni

Casi di Covid in aumento in Sardegna del 68 per cento. Ma l’indice Rt ha segnare una contrazione del 40 per cento ed è stato il più basso d’Italia sino al 22 novembre, passando dall’1,05 dell’ultima settimana di ottobre allo 0,65. In questi giorni è risalito un pochino, sino allo 0,72, restando comunque uno degli indici meno alti del Paese. La cattiva notizia per la Sardegna è che sono peggiorati tutti gli altri indicatori attraverso i quali il ministero della Salute decide il ‘colore’ da assegnare alle regioni, quindi le misure restrittive da ottobre.

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Nell’Isola il problema sono gli ospedali. Nello stesso periodo tra l’ultima settimana di ottobre e il 26 novembre ci sono statio ulteriori 204 positivi per i quali si è reso necessario il ricovero. Un numero molto alto che sta spingendo la Sardegna al limite con le zone arancioni, è scritto ancora nel report del Ministero, elaborato dalla Fondazione Gimbe. Peraltro: oltre ai pazienti trattenuti in ospedali nei reparti Covid, si è registrato un aumento anche dei malati che hanno avuto bisogno del trasferimento in Terapia intensiva: in quello stesso intervallo di tempo tra ottobre e novembre l‘aumento è stato di 27 unità. Un dato che si aggiunge alla già sofferente situazione delle Rianimazioni sarde, dove l’occupazione dei posti letto per via del coronavirus è al 41 per centro, a fronte del 30 considerato la soglia critica. Si tratta, tuttavia, di un dato ‘ballerino’, con uno scostamento tgra Ministero e Fondazione Gimbe che assegna alla nostra Isola un tasso di riempimento al 38 per cento (anziché al 41).

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“La nostra analisi – spiega inquadrando la situazione nazionale, Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari di Gimbe – conferma che, Rt a parte, non si intravedono risultati tangibili a 3 settimane dall’introduzione delle misure. Inoltre – fa notare – sbiadire troppo presto il colore delle Regioni rischia di determinare una risalita prima dell’indice Rt, poi della curva epidemica e quindi dei tassi di ospedalizzazione. In altre parole, con la circolazione del virus ancora troppo elevata per riprendere un efficace tracciamento e con la pressione sugli ospedali molto alta, i primi timidi segnali di miglioramento rischiano di essere vanificati dall’allentamento delle misure”.

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